La traduzione delle interiezioni ne "La locandiera" di Carlo Goldoni

Document Type : Original Article

Authors

1 Italian Department, Faculty of Arts, Helwan University

2 Department of Italian

10.21608/tjhss.2025.404182.1335

Abstract

Abstract
This research addresses the challenges of translating the interjections and their multifaceted functions in the play entitled “The Mistress of the Inn” by Carlo Goldoni. The current study employs a contrastive analysis approach to examine the differences between the original text and its Arabic translation by Professor Salama Soliman. This investigation highlights some issues in translating theatrical speech and proposes strategies to address them.
The primary objective is to contribute in providing alternative translation solutions or, at least, to explain the translation behavior adopted by the translator in the Arabic version.
The broader aim is to establish methodological criteria that can be applied to similar cases by translators or translation scholars.
Keywords: primary interjections, secondary interjections, interjection phrases, transcription, localization, omission, addition.

Abstract
Questa ricerca affronta la problematica della traduzione delle interiezioni e delle loro funzioni polivalenti ne “La locandiera” di Carlo Goldoni. Lo studio presente adotta una metodologia di analisi contrastiva, basata sull’esame delle differenze tra il testo originale e la versione araba del professor Salama Soliman. Quest’indagine evidenzia alcune problematiche traduttive del discorso teatrale e propone strategie per risolverle.
L’obiettivo primario è contribuire a fornire alternative di traduzione o perlomeno a spiegare sistematicamente il comportamento traduttivo adottato dal traduttore nella versione araba.
L’obiettivo generale, invece, nell’elaborare criteri metodologici applicabili a casi analoghi da parte di altri traduttori o tradottulogi.
Parole chiave: interiezioni primarie, interiezioni secondarie, locuzioni interiettive, trascrizione, localizzazione, omissione, aggiunta.

Keywords

Main Subjects


Introduzione

 Si deve sapere che il punto di partenza per tradurre qualsiasi testo è il testo stesso, con le sue parole, cioè la lessicologia, il significato di queste parole, cioè la semantica, il suo stile, le scelte linguistiche e retoriche, cioè la stilistica, le sue strutture grammaticali e formali, cioè la grammatica e la sintassi. Tutti questi elementi, esaminati nel loro insieme, contribuiscono ad ottenere una traduzione, di qualità.

  La questione della traduzione può riguardare testi “semplici” e testi “complessi”. Il primo tipo riguarda i generi “primari” cioè i generi del discorso quotidiano che non fanno parte della letteratura, mentre il secondo tipo concerne quelli “secondari”, cioè i generi letterari[1]. Sono i testi dei generi secondari e “complessi” a generare le maggiori sfide alla linguistica testuale e ,di conseguenza, alla pratica traduttiva.

  Quello che distingue la traduzione di un'opera teatrale dagli altri generi letterari è la lingua del testo teatrale, che è un tipo di lingua scritta, in cui gioca un ruolo principale la dimensione orale e dialettale. In altre parole, il testo teatrale è "scritto per essere detto come non fosse scritto."[2] E ciò gli concede una natura duale, che richiede una traduzione linguistica e anche drammaturgica.

  Il traduttore deve tentare di non tradire il più possibile la fedeltà, insieme alla bellezza del testo tradotto, per arrivare a quella traduzione di qualità, che non s’interessa solo di trasmettere i segni linguistici o il lessico, ma l’insieme degli elementi contestuali: geografici, storici, sociali, culturali, in modo da trasmettere il testo e il contesto. Dunque, il traduttore deve bilanciare la fedeltà al testo originale, la bellezza e la fluidità del metatesto e la contestualizzazione di tutti gli elementi culturali, storici e anche sociali.

  In quest’ottica, si deduce che l’atto del tradurre richieda la padronanza di entrambe le lingue, sia di partenza, che d’arrivo, oltre alla conoscenza delle rispettive culture. È altrettanto indispensabile approfondire le proprie conoscenze degli elementi teatrali che potrebbero generare problematiche traduttive come ad esempio la deissi e le interiezioni.

     Nel presente studio, Salama Soliman affronta in particolare la problematica di convogliare in arabo le interiezioni de “La locandiera” di Goldoni. Il ricorso alle interiezioni crea l’effetto di una conversazione spontanea, anche come segnale demarcativo dell’inizio del discorso.

     Partendo dalla definizione dell'interiezione è come categoria di suoni o parole invariabili con il valore di frase, usata per esprimere impressioni o sentimenti o emozioni o stati soggettivi del parlante, e priva di legami sintattici con le altre parti del discorso, e pronunciata con un tono particolare, lo studio passerà in rassegna i diversi tipi di interiezioni, ne identificherà le funzioni e proporrà strategie traduttive che rendono la propria carica espressiva.

     Com’è noto, le interiezioni ,in base alla forma, si suddividono in tre tipi: il primo è quelle interiezioni proprie o primarie, che svolgono la funzione di interiezione; il secondo è quelle improprie o secondarie, che appartengono ad altre parti del discorso, impiegate in funzione interiettiva, e il terzo tipo e è quelle locuzioni interiettive, composte da gruppi di parole separate.[3]

  1. Interiezioni proprie:

“Le interiezioni proprie sono voci prive di significato lessicale, il cui uso ha sempre valore olofrastico”[4]. (cioe`di elemento linguistico che da solo corrisponde a un'intera frase)[5]. Sono distinte dal cambiamento di significato secondo il contesto e l’intonazione. Ne riporto qualcuna a mo’ d’esempio:

1.1 L’interiezione “Oh”:

"Marchese: Oh basta: son chi sono, e mi si deve portar rispetto."[6]  p. 8

 

     "الماركيز: اوه، كفى: أنا هو من أنا ويجب إبداء الاحترام نحوي."[7]                  ]ص31[

 

Una delle funzioni di "oh" è quella di esprimere la stizza, o il risentimento o la rabbia[8], e possiamo rintracciare quest'ultima sensazione in questo esempio, nell’intervento del personaggio.

Il traduttore ha trascritto l’interiezione “oh” e sebbene la trascrizione rappresenti uno dei procedimenti utilizzati per la conversione di contenuti, che si svolge attraverso “il trasferimento da un alfabeto ad un’altro, tramite la rappresentazione dei suoni di una data lingua con i segni di un alfabeto che non le è proprio”[9], in questo caso essa non riesce a colmare il divario comunicativo.

Risulta necessario, anzi, indispensabile, convogliare l’emozione di rabbia del Marchese ,in un contesto di litigio con il Conte, a cui nobiltà è ereditaria, bensì acquisita. Perciò si suggerisce di ricorrere a una traduzione, interpretativa,  adottando la tecnica dell’esplicitazione[10], che permetta di chiarire il valore espressivo dell'interiezione.

Si propone quindi:

"ما كل هذا! كفى!"

oppure:

"يكفى يا هذا!"

che restituisce quest’emozione di rabbia e altresì di rimprovero.

1.2 L’interiezione “Ah”:

"Marchese: Ah! direi quasi uno sproposito."                               p. 15

"الماركيز: آه! أكاد أنطق بشئ لا يقال،.."                                             ]ص 47[

Le funzioni dell’interiezione “ah” variano a seconda del contesto e del significato, nel senso che essa può esprimere dolore, desiderio, stupore o sorpresa[11]. Queste ultime due sfumature prevalgono qui nell’esempio.

Il traduttore ha optato per la trascrizione nella traduzione dell’interiezione “ah”, ma la trascrizione non risulta sufficiente a restituire il sentimento del Marchese.

Allora sarebbe preferibile mostrare il sentimento del Marchese tramite una traduzione che ne faccia emergere la densità, utilizzando la tecnica dell’esplicitazione. A tal fine, suggerisco l’ipotesi traduttiva:

 "يا خبر!"

1.3 L’interiezione “Eh”:

"Mirandolina: Eh il viver del mondo, lo so ancor io.."             p. 15

 

"ميراندولينا: هيه، وأنا أيضا أعرف حقائق الحياة"                                                        ]ص 46[

 

Una delle funzioni principali di “eh” è quella di esprimere  certezza[12] o la conferma, ovvero l’essere d'accordo del parlante con quanto detto dall’interlocutore,  come avviene in questo esempio.

 

Il traduttore ricorre, anche in questo caso, alla tecnica della trascrizione nella traduzione dell’interiezione “eh” ("هيه").

 

Tuttavia, per poter comunicare il sentimento dell’accordo del personaggio di Mirandolina con quello che dice il Marchese, allora si deve rendere trasparente tale sentimento tramite una traduzione che lo individua.

 

Sarebbe preferibile adottare la tecnica dell’esplicitazione, perciò tendo per una versione che, a mio parere, risulti più espressiva:

 "معلوم هذا هو طبع الحياة، أنا أيضاً أعرفه."

  "Cavaliere: Ti piace eh?"                                                                p. 34

 

"الفارس: تعجبك هيه؟."                                                                              ]ص 90[

 

Una delle funzioni dell’interiezione “eh?” è quella di chiedere conferma, nel senso che “eh” potrebbe essere “una parafrasi della domanda “vero?”. “no?” Costruisce quel tipo di domanda detto domanda-coda (chiamata in inglese tag-question)”. Tale tipo di domanda si può considerare “una “richiesta di conferma” di un’affermazione precedente, che può anche essere sottintesa”[13].

 

Il traduttore ricorre alla tecnica della trascrizione[14] nella traduzione dell’interiezione “eh”. Tuttavia, per esprimere in modo più chiaro il valore di conferma del personaggio del Cavaliere in relazione alle parole del servitore di Mirandolina, sarebbe preferibile adottare una traduzione che ne chiarisce il senso.

Si propone dunque il ricorso alla tecnica dell’esplicitazione, inserendo informazioni che renda comprensibile la funzione della frase nel proprio contesto:

أليس كذلك؟

1.4 L’interiezione “Ehi”:

 

"Fabrizio: Ehi, padrona."                                                                 p. 16

 

"فابريتزيو: سيدتى."                                               ]ص 50[

 

L’interiezione “Ehi” ha la funzione di richiamare l’attenzione dell’interlocutore o anche di rivolgersi, direttamente a una persona, come in questo caso. Essa acquisisce un valore esortativo equivalente a: «ti chiedo di prestarmi attenzione»[15], quando Fabrizio si rivolge a Mirandolina.

 

Il traduttore ricorre alla tecnica dell’omissione[16] , in quanto lui omette l’interiezione “Ehi” nel metatesto, ma dato che l’interiezione qui rappresenta una parte importante del discorso, “è un errore di traduzione che consiste nell’eliminare un elemento portatore di senso del prototesto dal metatesto”[17]. poiché anche il valore esortativo dell'interiezione "Ehi" non dovrebbe essere trascorato, essendo funzionale alla dinamica comunicativa di questa scena quindi, suggerirò un'altra ipotesi traduttiva, che utilizza la tecnica dell’esplicitazione.

 

Si propone dunque di adottare questa resa esplicita che lo ripristini:

 "يا سيدتي"

 perché serve per rivolgersi all’interlocutore, essendo un vocativo.

  1. Interiezioni improprie o secondarie:

Sono parole che appartengono ad altre categorie grammaticali o parole che comprendono altre parti del discorso, come sostantivi, aggettivi, avverbi e verbi, ma che vengono utilizzate come interiezione[18] con funzione interiettiva.

Nell’opera goldoniana, incontriamo esempi di interiezioni improprie come: sostantivi: pazienza! e diamine!; aggettivi: bravo!; avverbi: bene!, ecco!, e via!; verbi: viva!, evviva!, e basta!.

Nella lingua parlata, “le interiezioni assumono significati variabili [...], a seconda del tono della voce e del contesto in cui vengono pronunciate. Per riprodurre il tono delle interiezioni nella scrittura, si usa il punto esclamativo (per esprimere disapprovazione, sorpresa o dolore) o un punto interrogativo”[19]. Vale a dire che il punto interrogativo sottolinea un tono interrogativo o anche dubitattivo, mentre quello esclamativo segnala dolore, sorpresa, disapprovazione o anche entusiasmo.

Trattiamo i sostantivi che vengono impiegati con funzione interiettiva, individuandone le diverse funzioni. Ne riporto qualcuna a mo’ d’esempio, accompagnata da un commento esplicativo.

2.1.  Sostantivi:

2.1.1 Il sostantivo Pazienza, usato in funzione interiettiva, esprime un senso della rassegnazione[20], come si osserva nei seguenti esempi:

“Cavaliere: Pazienza! Questo è niente. Mi avete fatto una scottatura piú grande.” p. 61

"الفارس: لا علينا! هذا لا شيء، فقد أصبتني بلسعة أكبر."             ص 146

Il Cavaliere pronuncia “pazienza”, rivolgendo a Mirandolina, quando voleva prenderle la mano, dopo che lei se le era scottate col ferro.

Il traduttore, qui, non ha tradotto la parola “pazienza” con il suo significato denotativo[21], ma ha scelto di ricorrere alla tecnica della connotazione[22], traducendola nella forma:

"لا علينا!"

Eppure, per comunicare il sentimento di tristezza provato dal Cavaliere si potrebbe optare per una traduzione che lo espliciti.

Si possono suggerire dunque le seguenti due alternative:

" بسيطة! هذا لا شيء،.."

 oppure:

"حصل خير".

“Marchese: Basta. Non so che dire; servitevi, se vi degnate. (Pazienza! Bisognerà pagarla a Mirandolina. [..?]) (da sé).”    p. 64     

 

"الماركيز: كفى..لا أعرف ماذا أقول.. خذيها إن كانت تعجبك (على بالصبر.. يجب أن أدفع ثمنها لميراندولينا...)] ؟)["                        ص 154

 

In questo esempio il Marchese ricorre all’interiezione “pazienza”, nel momento in cui Dejanira prende da lui la boccetta d’oro che il Cavaliere aveva regalato a Mirandolina.

Il traduttore rende l’interiezione: “pazienza”, in arabo con:

 "على بالصبر"

adottando la tecnica della ricategorizzazione[23], ovvero trasformando l’interiezione “pazienza” in una struttura composta da una preposizione più un sostantivo.

Si propone dunque una traduzione che renda questo sentimento di rassegnazione ed accettazione:

  (مهلًا!.. يجب أن أدفع ثمنها لميراندولينا.]..[).

oppure:

 ("لا بأس!.. يجب أن أدفع ثمنها لميراندولينا.]..[")

 

Nel testo originale italiano, il personaggio dimostra una certa dimestichezza con le interiezioni e la giusta intonazione aiuta a chiarirne il significato o la funzione. In arabo, invece, questa sfumatura rischia di non risultare del tutto chiara.

Perciò, il traduttore contribuisce a facilitare l’interpretazione del segno para-grafemiceo utilizzato.

2.1.2 Diamine: L’interiezione diamine esprime un senso di disapprovazione misto a meraviglia[24]. come si può osservare nei seguenti esempi:

“Ortensia: Diamine! Ha piú del contrasto, che del Cavaliere.”      P. 53

"أورتنسيا: اللعنة! أي فارس هذا؟ إنه أقرب إلى النقيض."               ص 123

Ortensia utilizza l’interiezione “diamine”, per manifestare la sua opposizione a quello che ha detto il Cavaliere, che aveva deriso lei e Dejanira, dopo aver scoperto che erano commedianti.

A mio parere, è sufficiente cambiare la struttura della frase e variare l’ordine dei propri elementi costitutivi, come ha fatto il traduttore arabo dicendo:

 "أي فارس هذا؟"

espressione di meraviglia e ,insieme, disapprovazione. Va inoltre osservato che il termine “Cavaliere”, reso in arabo come:

 "فارس"

è stato integrato nella parte dell’esclamazione per mettere in rilievo l’oggetto della disapprovazione.

2.2 gli aggettivi:

2.2.1 Bravo: Nell’opera, oggetto dello studio, l’interiezione bravo assume tre funzioni: Di seguito ne riporto alcuni esempi per illustrare l’uso.

    2.2.1.1 Apprezzamento ed esaltazione:

 

“Cavaliere: Brava! Mi piace la vostra sincerità”  p. 21

 

"الفارس: عظيم! تعجبني صراحتك."   ص 62

 

L’interiezione “brava” indica l’approvazione del Cavaliere nei confronti di quanto detto da Mirandolina.

Il traduttore qui ha scelto di non adottare il significato denotativo[25], bensì quello connotativo[26], traducendo l’aggettivo “brava” con:

"عظيم"

Si propone un’alternativa che, a mio avviso potrebbe rendere il senso in modo più chiaro, sia nel registro della lingua araba letteraria sia in quella della lingua colloquiale:

"أحييكِ"

perché il termine arabo viene usato come un complimento per lodare una persona che si è comportata bene.

“Mirandolina: (Brava la signora Contessina) (da sé).”            P. 30

 

"ميراندولينا: (لنفسها: شاطرة السيدة الكونتيسة)."       ص 81

 

In questo caso, l’aggettivo “brava” esprime qui la meraviglia di Mirandolina verso Dejanira, e allo stesso tempo, un’ammirazione ironica nei confronti della Contessa, che aveva commentato con furbizia il gesto del Marchese, il quale stava regalando un fazzoletto a Mirandolina.

Il termine "شاطر" nella lingua araba standard viene a descrivere una persona “furba”[27] e nel parlato, potrebbe indicare anche una persona brava e abile, quindi la traduzione è congruente con il significato, e con la sfumatura voluta nel testo originale.

“Mirandolina: Bravissimo! Il vino di Borgogna è prezioso. Secondo me per pasteggiare è il miglior vino, che si possa bere. [..].”                       P. 37

 

"ميراندولينا: أحسنت يا سيدى نبيذ بورجونيا ممتاز. ورأيي أنه أفضل ما يقدم مع هذا الطعام ]..[." ص 95

 

L’interiezione “bravissimo”, in questo caso, esprime l’apprezzamento di Mirandolina verso quello che ha detto il Cavaliere, ed esprime anche l’approvazione a quello che lui ha detto.

Se, invece, si fosse optato per una traduzione con un aggettivo equivalente di bravissimo, come:

"رائع"

questa scelta avrebbe potuto generare una certa ambiguità, dato che l’aggettivo sarebbe apparso come un avverbio riferito al vino, e non come lode rivolta al parlante. E perciò la ricategorizzazione risolve quest’ambiguità lapsus che si poteva generare da una traduzione letterale, e preserva la funzione interiettiva del testo originale.  

2.2.1.2 Ironia:

“Mirandolina: Bravissimo. Si conservi sempre cosí. Le donne, signore... Basta a me non tocca a dirne male.”       P. 22

 

"ميراندولينا: خيراً تفعل. ولا تفرط في هذا المبدأ أبداً. فالنساء يا سيدي.. ولكن كفى ... فلا يجوز لي أن أتكلم أنا عن عيوبهن.."        ص 63

 

In questo esempio, l’interiezione “bravissimo” esprime il “finto” sostegno ironico di Mirandolina verso le affermazioni del Cavaliere.

Il traduttore sceglie di tradurre l’aggettivo “bravissimo” con una proposizione verbale:

"خيرا تفعل"

Questa soluzione rispetta la funzione ironica ed anche l’intenzione espressiva del testo originale.

“Marchese: Sí, bravo! Il Conte mette tutto in ridicolo.”   p. 11

"الماركيز: يا للظرف ! كل شيء عند الكونت أمر مضحك."         ص 37

L’interiezione “bravo”, in questo esempio, ha un valore negativo e ironico, e serve a sottolineare un umorismo di cattivo gusto che infastidisce il Marchese. Anche l’espressione utilizzata dal traduttore porta le stesse caratteristiche. Il Marchese ha ricorso utilizza l’aggettivo “bravo” durante una lite con il Conte, deridendolo in giro.

Il traduttore tende per l’uso della tecnica della connotazione[28], traducendo quest’interiezione con:

"يا للظرف!"

Questa scelta, a parer mio, mantiene il tono ironico del testo originale. Si propone anche l’alternativa:

 "كلام لطيف فعلا!"

perché ,secondo me, rafforza il tono amaro e ironico della battuta.

“Ortensia: Che brava commediante! Non è buona da sostenere un carattere.” P.28

 

"أورتنسيا: يا لها من ممثلة عبقرية لا تستطيع الاستمرار في تأدية دور"  ص 76

 

Ortensia, in questo esempio prende in giro Dejanira.

Il traduttore sceglie di tradurre l’interiezione “brava” con:

 "عبقرية"

un termine che indica nella lingua araba standard “una persona eccellente che spicca sulle altre per qualità, e nessuno può superare la sua perfezione e la sua abilità.”[29]

È una scelta, secondo me, efficace, perché rispetta l’ironia del testo originale e rafforza anche il contrasto tra l’apparente lode e la critica sottintesa.

2.2.1.3. Rabbia: 

“Cavaliere: Bravissima, venite qui; sentite. Ah malandrina! Se n’è fuggita. Se n’è fuggita, e mi ha lasciato cento diavoli, che mi tormentano.”     p. 45

"الفارس: ماكرة وألف ماكرة، تعالى هنا، اسمعي آه، الساقطة! هربت.. هربت وتركت لي ألف هاجس يعذبني."                                                ص 111

In questo esempio, l’interiezione “bravissima” esprime la rabbia del Cavaliere, perchè Mirandolina lo ha lasciato dopo aver fatto un brindisi, recitando versi poetici dal significato misterioso senza dargli spiegazioni.

Il traduttore sceglie il significato connotativo, rendendo “bravissima” con:

"ماكرة وألف ماكرة"

e ricorre all’aggiunta dell’espressione:

 "وألف ماكرة"

rafforza il sentimento di rabbia e anche il tono esclamativo e l’elemento della sorpresa. L’aggettivo superlativo “bravissima” è stato tradotto in arabo attraverso un’espressione composta da aggettivo e numero, un modo di dire usuale nella cultura araba per rafforzare il senso dell’aggettivo; la qualità che viene a indicare, nel caso specifico, è “la furbizia di Mirandolina”.

In quanto all’interiezione Ah, Malandrina!, si propone di tradurla con:

 "أيتها الساقطة!"

Secondo me, questa soluzione rende in modo più efficace il tono insultante e anche la rabbia del personaggio.

Trattiamo poi gli avverbi che sono utilizzati come interiezione, e le loro funzioni. Ne riporto qualcuna a mo’ d’esempio, spiegandone la funzione.

2.3 Gli avverbi:

2.3.1 Bene:

“Marchese: Oh bene. Voi non farete niente.”    P. 8

"الماركيز: حسناً.. أنت لن تستطيع أن تفعل شيئاً."               ص 32

La funzione dell’interiezione “bene”, in questa battuta, è di troncare, o tagliar corto[30] il dialogo, ed esprimere allo stesso tempo l’ironia e l’opposizione.

Il Marchese qui entra in un conflitto con il Conte, per la sua voglia di conquistare il cuore di Mirandolina corteggiandola, allora il Marchese risponde con l’avverbio “bene” in tono ironico.

Il traduttore sceglie di mantenere il significato denotativo, traducendo “bene” con:

"حسناً"

Tuttavia, secondo me, sarebbe preferibile, per trasmettere lo stesso tono ironico del testo originale, adottare una resa come:

"لا والله؟!.."  

Con questa proposta, impiego la tecnica della modulazione semantica[31], sicché il significato dell’interiezione in arabo assume un valore contrario al senso letterale dell’originale italiano, e ciò rafforza l’ironia della battuta.

2.3.2 Ecco:

“Mirandolina: Ecco. Se io avessi preso per la mano uno di que’ due signori sguaiati, averebbe tosto creduto, ch’io spasimassi per lui. Sarebbe andato in deliquio.” P. 23

"ميراندولينا: أرأيت؟ لو كنت تناولت يد واحد من هذين السيدين السمجين لأعتقد في التو أنى غارقة في حبه ولطار من الفرح..]..[."    ص 65  

La funzione dell’interiezione “ecco”, è richiamare l'attenzione su una cosa[32] o un fatto già percepibile, come in questo passaggio, in cui Mirandolina chiede al Cavaliere di porgere la mano per stringere la sua, nel momento in cui lui sta già porgendo la mano, sottolineando l’evidenza del gesto con l’uso di “ecco”.

Il traduttore adotta la tecnica della ricategorizzazione, traducendo l’avverbio “ecco” con:

"أرأيت؟"

con un verbo interrogativo, introducendo così un senso interrogativo, grazie alla lettera "أ" che indica una domanda retorica, che si usa per chiedere conferma e per informarsi su un certo fatto, dove la risposta è sì o no, come nella domanda:

 "أرأيت؟"

e il punto interrogativo, per dare il senso di una domanda retorica e dello stupore. Propongo la traduzione:

 "هذا هو السبب!"

in quanto “Ecco” equivale a (perciò), in questo contesto e quests resa in arabo mantiene la funzione esplicativa del discorso del personaggio.

2.3.3 Via: Le funzioni dell’interiezione “via” si articolano in sei funzioni ne “La locandiera”. Ne riporto qualcuna a mo’ d’esempio a titolo illustrativo.

    2.3.3.1 Esortazione ed incoraggiamento:

“Ortensia: Via, Contessa Dejanira, dategli il vostro nome.”   P. 26

"أورتنسيا: هيا.. يا كونتيسا ديانيرا اعطه اسمك."    ص 72

Quando Ortensia e Dejanira arrivano nella locanda, Fabrizio chiede loro il nome.  Dejanira esita, non sapendo come presentarsi con un titolo fittizio da Contessa. Allora Ortensia  cerca di aiutarla, intervenendo con questo avverbio esclamativo “via” usato in funzione di incitamento.

Il traduttore applica la tecnica dell’esplicitazione, traducendo “via” con:

"هيا"

In arabo  [33]"هيا"è in origine un appellativo allocutivo che si usa per stimolare una persona e spingerla ad agire in un determinato modo, o per compiere ciò che si chiede.

“Mirandolina: Via, signora Baronessa, sia buona... Oh! Ecco un Cavaliere, che è alloggiato in questa locanda. Quando vede donne, sempre si caccia avanti.”  P. 28

"ميراندولينا: لا عليك، يا سيدتي البارونة ، كونى كريمة.. هيه!.. في اللوكاندة فارس ما أن يرى النساء يسارع في التقرب اليهن."    ص 77 

In questo passaggio, l’interiezione “via” esprime un incoraggiamento alla Baronessa, come per dirle “coraggio!” o “animo!” oppure “non si preoccupi!”.

Dopo che Mirandolina scopre l’identità delle due commedianti, le informa che intende cedere camere a clienti nobili, offrendo loro in cambio camere molto comode e sistemate, ma Ortensia non sembra d’accordo. Allora Mirandolina la rassicura con questo “via”.

Il traduttore ricorre alla tecnica dell’esplicitazione, traducendo “via” con:

"لا عليك"

E anche qui l’interiezione potrebbe essere resa in arabo con la corrispondente araba dinamica:

"هيا"

Per la seconda parte (“oh! Ecco..”), il traduttore sceglie di tradurla con:

 "هيه"

A titolo personale, propongo:

"ما هذا! لدينا فارس، يسكن هنا في هذه اللوكاندة."

oppure:

"انظري، هناك فارس في هذه اللوكاندة، ما أن يرى النساء حتى..."

utilizzazndo la tecnica dell’esplicitazione.

“Cavaliere: Via, restate.”      p. 41

"الفارس: معلهش ابقى قليلاً."           ص 103

In questo esempio, l'interiezione “via” ha nuovamente la funzione di incitare Mirandolina a restare ancora un po’. Nonostante Mirandolina ripeta il suo desiderio di andare, ma il Cavaliere insiste affinché lei si fermi, usando l’avverbio esclamativo “via!”.

Il traduttore aggiunge l’avverbio:

 "قليلاً"

alla fine della frase, adottando così una soluzione che introduce un elemento esplicativo motivato, che nella lingua araba, risulta efficace per finire l’intento del Cavaliere.

Mentre l’uso del termine dialettale:

"معلهش"

mi sembra meno adatto, perché non apartiene all’arabo standard e così abbassa il registro stilistico del testo originale.

A parer mio, si può ricorrere a una resa in lingua araba standard, come:

 

"فضلاً، ابقي قليلاً!"

oppure:

"لطفًا، ابقي قليلاً!"

oppure:

"رجاءً، ابقي قليلاً!"

 

Queste alternative mantengono, secondo me, un registro formale che rispetta quello del testo originale.

2.3.3.2 Disapprovazione ed impazienza (indica il significato di smettila!):

“Cavaliere: Via, basta cosí (ritira la mano).”           P. 23

"الفارس: (يسحب يده) خلاص، كفى."   ص 65

In questo episodio, mentre Mirandolina gli stringe le mani, dice al Cavaliere che questa è la prima volta che ha “l’onore d’aver per la mano un uomo, che pensa veramente da uomo”. Il Cavaliere, infastidito, ritira la mano, rispondendo con “via”, per esprimere disapprovazione, come per dirle “smettila!”.

Il traduttore in questo caso adotta la tecnica della “compressione”, attraverso il procedimento della “convergenza” secondo la teoria della traduzione, dato che l’avverbio esclamativo “via” risulta“un termine con più opzioni interpretative (e così) viene tradotto con un termine che ha invece una sola possibilità interpretativa nel metatesto (rapporto «da tanti a uno»)[..]”[34], allora il traduttore qui ricorre a un termine che si usa sia nel dialetto egiziano sia nell’arabo standard, traducendo “via” con:

"خلاص"

che significa nell’arabo standard, come sostantivo:“la liberazione da un problema”, e come verbo:“Purificarsi, eliminare le imperfezioni”[35].

Dato che la frase italiana contiene già l’avverbio “basta”, il traduttore sceglie di rendere “via” con:

"خلاص"

 accostandolo in questo modo a:

"كفى"

 al fine di rafforzare il senso di impazienza.

 

“Dejanira: Eh via, che serve?”    p. 27

"ديانيرا: كفاية... ما الفائدة؟"     ص 76

 

Quando Mirandolina insinua dubbi sulla loro nobiltà, Dejanira le risponde con “Eh via”, che qui ha il valore di “basta!” con un tono di rinuncia.

 

 Il traduttore qui traduce l’interiezione “via”, che significa nell’arabo standard “Accontentarsi di una cosa e rinunciare a tutto il resto” o “basta !”[36]:

"كفاية"

Propongo la traduzione:

 "كفى"

2.3.3.3 Indicare il significato di : “lascia perdere”:

“Mirandolina: Oh via, signor Cavaliere, se è un uomo savio, operi da suo pari. Non dia nelle debolezze degli altri. [..]”      p. 39

"ميراندولينا: أوه، دعك من هذا يا سيدى فما دمت رجلا حكيما فتصرف بما أنت أهل له ولا تساير ضعف الآخرين"   ص 100

In questo passaggio, quando il Cavaliere dice a Mirandolina che lei potrebbe turbare la sua pace interiore, allora lei gli risponde con l’avverbio esclamativo “via”, per spingerlo a lasciar perdere questi pensieri.

 

Il traduttore qui utilizza due tecniche; la prima è la connotazione, traducendo “via” nel senso di “lascia perdere questo”:

"دعك من هذا"

e la seconda è l’espansione, ampliando il testo[37] attraverso una traduzione più articolata con tre parole in arabo:

"دعك من هذا"

A parer mio, si potrebbe proporre una traduzione come:

"ماذا تقول!"

oppure:

 "لا!"

2.3.3.4 Ordine di immediato allontanamento:

 

“Cavaliere: Via, recagli una posata (il Servitore la va a prendere).”   P. 40

 

"الفارس: اذهب وأحضر له شوكة. (الخادم يذهب ليحضرها)."                                ص 102 

 

Quando l'interiezione “via” si combina con un verbo di moto, come in questo caso, assume il valore di ordine immediato. “Via” qui significa appunto “vai!”[38].

 

Durante il dialogo tra Mirandolina e il Cavaliere, entra il Marchese, il Cavaliere si rivolge al servitore con l’interiezione “via”, ordinandogli di andare a prendere una posata.

 

Il traduttore qui applica la tecnica della trasposizione, attraverso un cambiamento morfosintattico necessario per rispettare la struttura della lingua d’arrivo[39], traducendo l’avverbio “via” con un verbo d'azione in arabo:

"اذهب"

 

È importante tener conto che la tecnica rientra nell'ambito della cosiddetta “traduzione obliqua”[40], in cui il significato del testo originale viene trasmesso in quello d'arrivo, in modo indiretto, nel senso che il traduttore adatta la sua resa alla struttura e alle esigenze espressive della lingua-target.

 

2.3.3.5 Esortazione o ordine di non fare qualcosa:

 

“Servitore: Eh via.”       P. 57

"الخادم: لا، لا تفعلي هذا."      ص 136

 

In questo passaggio, Mirandolina dopo che ha bevuto un po’ di spirito di melissa, restituisce la boccetta al servitore del Cavaliere, per rimandare indietro il regalo. Allora il servitore le ha risposto con questo avverbio esclamativo “via”, per incoraggiarla a non farlo.

Il traduttore qui ricorre a due tecniche; la prima è l’espansione, traducendo una sola parola con un’espressione più articolata nel metatesto, e la seconda è la modulazione, ovvero“[..]un cambiamento semantico o di un punto di vista: affermazione/doppia negazione[..]”[41], in cui si passa da espressione affermativa a una frase negativa:

"لا تفعلي هذا"

Nel caso specifico, questa trasformazione è giustificata perché rispetta il senso pragmatico dell'originale.

2.3.3.6 Indicare il significato di “tuttavia”:

 

“Mirandolina :Via, ne beverò un poco per preservativo (beve). Tenete, ringraziatelo (gli vuol dar la boccetta).”     P. 56

 

"ميراندولينا: على أي حال سأشرب قليلاً منه للوقاية (تحتسى) تفضل (تعطيه القارورة) واشكره نيابة عنى." ص 136

 

In questo esempio, mentre Mirandolina sta stirando, il servitore del Cavaliere le porta in dono una boccetta d’oro da parte del Cavaliere con spirito di melissa, perchè si era svenuta in una scena precedente.

Il traduttore qui adotta la tecnica della “espansione”, attraverso l’“amplificazione di contenuto”, ricorrendo all’“aggiunta di elementi assenti nel prototesto, contenenti significati essenziali (esplicitazione di impliciti [..])”[42].

Egli traduce “via” nel senso di “comunque o tuttavia” in arabo con:

"على أي حال"

rendendo così una sola parola “via” con tre parole:

"على أي حال"

Questa resa è in arabo, che corrisponde a “comunque” chiarisce bene l'atteggiamento di Mirandolina. 

Ora passeremo ad esaminare i verbi utilizzati con funzione interiettiva. Ne riporto alcuni verbi e ne spiego l'uso.

2.4   I verbi:

2.4.1 Viva e Evviva:

“Mirandolina: Tocchi. (gli fa toccare il bicchiere col suo). Che vivano i buoni amici!

Cavaliere: Che vivano! (un poco languente.)

Mirandolina: Viva... chi si vuol bene!... senza malizia tocchi.

Cavaliere: Evviva!”         p. 39

"ميراندولينا: المس (تتركه يلمس كأسها بكأسه): في صحة الأصدقاء الشرفاء.

"الفارس: (بشىء من اللوعة) في صحتهم.

ميراندولينا: وفى صحة كل من يحب بلا غرض.

الفارس: في صحته."    ص 100

La funzione delle interiezioni “viva”, “vivano” ed “evviva” in questo esempio è quella di esprimere approvazione, augurio, esultanza[43].

Nelle frasi riportate, Mirandolina e il Cavaliere stanno facendo un brindisi.

L’uso di questi verbi tradotti letteralmente in arabo sarebbe:

"يعيش"

oppure:

"يحيا"

Tuttavia, dato che in questo contesto si tratta di un brindisi, allora il traduttore riccorre a due tecniche; la prima è la connotazione, traducendo “vivano”, “viva”, “evviva” in arabo con espressioni che richiamano l'atto del brandare:

"في صحة"، "في صحتهم"، "وفي صحة"، "في صحته"

E la seconda è l’espansione, traducendo una singola parola con due parole in arabo e ciò rende più chiaro il senso e rispetta l'uso idiomatico della lingua-target.

2.4.2 Basta:

“Marchese: Basta! ci penso, e non ci penso; quel che mi dà fastidio, e che m’inquieta, è il mio fattor di campagna.”         p. 18

"الماركيز: كفى! إنها تشغلني أحياناً وأحياناً أخرى لا تشغلني.. ولكن ما يقلقني فعلا هو ناظر عزبتي." ص56

La funzione dell'interiezione "basta" in questo esempio è concludere il discorso in modo definitivo. Il significato lessicale corrisponde proprio ad “essere sufficiente”,“essere abbastanza”[44], mentre il Cavaliere e il Marchese stanno parlando della rivalità di quest’ultimo con il Conte per l’amore di Mirandolina, il Cavaliere osserva che i comportamenti del Marchese sono segno di pazzia e debolezza. A quel punto, il Marchese risponde con l'interiezione "basta", che corrisponde in arabo letteralmente a:

"يكفي"

Poiché il significato letterale di quest' espressione è già coerente con il contesto, il traduttore ha fatto ricorso a una "traduzione letterale" rendendola con:

"كفى"

Si tratta di una “traduzione letterale”, che“permette di creare un metatesto che mantiene le caratteristiche formali del prototesto, adattandosi però alle regole grammaticali della lingua d’arrivo”[45].

  1. Locuzioni interiettive:

Si tratta di locuzioni o delle espressioni composte da due o più parole separate (a volte da un’intera frase) che svolgono funzione di interiezioni[46]. Queste espressioni variano a seconda del loro valore e del contesto d’uso. Ne "La locandiera", si incontrano le seguenti tipologie:

Espressioni realtivi a Bacco come: Cospetto di bacco!, Per bacco!, corpo di bacco!

Costruzioni con“ Maledetto + sostantivo!”o“Che + pronome+ verbo+ Benedetto!”

Costruzioni con “Povero + sostantivo”oppure “aggettivo o pronome!”

Costruzioni con “Che + sostantivo” oppure “aggettivo o intera frase esclamativa!”

Di seguito, riporto alcuni esempi, e ne spiego la funzione.

3.1. Espressioni realtivi a Bacco: le loro funzioni suddividono in due principali usi ne “La locandiera”. Riporto qualche esempio, spiegandone la funzione.

3.1.1. Meraviglia:

“Conte: Cospetto di bacco! Io era avvezzo con pochi paoli, a battere a tante porte. Ho speso tanto con costei, e non ho potuto toccarle un dito.”    p. 12

 

"الكونت: يا لها من امرأة! أنا عاشرت النساء وأعرف عيوبهن ونقاط ضعفهن وبرغم ذلك لم أفلح بعد طول مغازلتي لها وإنفاقي الكثير عليها أن ألمس إصبعاً من أصابعها."           ص 39

 

In questo esempio, la locuzione “cospetto di bacco!”, significa: “Che donna è!”, si tratta di un’esclamazione che esprime meraviglia[47], sorpresa, e disappunto.

Il termine “Bacco” ha un’origine eufemistica: Si riferisce al dio del vino e della vita nella mitologia classica.

 

 Per tradurre un’espressione di questo tipo è necessario ricorrere a un equivalente espressivo nella cultura ricevente[48], che va incontro alla coscienza della comunità araba.

 

Nel contesto, quando il Cavaliere chiede al Conte e al Marchese la ragione della loro rivalità, entrambi confessano di essere innamorati di Mirandolina. Ciascuno espone i propri motivi e il Conte esclama “cospetto di bacco!”. Cioè “in presenza di Bacco”[49] “(il dio del vino dai greci e dai romani antichi)”[50].

 

Il traduttore qui adotta la tecnica della connotazione, traducendo “cospetto di bacco!” con:

 "يا لها من امرأة"

 

perché il significato denotativo non sarebbe stato chiaro per un lettore arabo. Essendo inoltre un'espressione idiomatica. e qui in questo contesto si capisce che Mirandolina è una donna astuta, e difficile da sedurre che adotta strategie sottili e raffinate.

 

Per questo motivo, il traduttore ha preferito una resa idiomatica che rispecchi questo profondo senso dell'esclamazione italiana.

 

“Marchese: Per bacco! Avete un merito, che sorprende.”    p. 15

"الماركيز: ربي.. إن شخصيتك مدهشة."                                                ص 47

Anche la locuzione “Per bacco!”, ha qui la funzione di esprimere meraviglia[51] e sorpresa da parte del Marchese nei confronti di Mirandolina.

In questo esempio, il  traduttore, invece di mantenere il riferimento a Bacco, dio di vino nella mitologia greca e romana, ha sostituito l'espressione idiomatica con:

 "ربي!"

Quindi ha adottato due strategie traduttive: l'accettabilità e la localizzazione. In altre parole, il traduttore elimina un elemento culturale della lingua di partenza (il riferimento a Bacco), sostituendolo con un elemento della cultura ricevente.“In tal modo il testo tradotto viene recepito come locale, come originale.”[52].

A parer mio, sarebbe possibile proporre alternative più vicine al registro colloquiale arabo, come:

 "يا الله!"

 oppure:

"يا إلهي!"

oppure:

"يا ربي!"

oppure:

 "رباه!"

3.1.2. Rabbia:

“Marchese: Ma voi, che siete cavaliere, sapete quel che vuol dire il mantener la parola. Sono in impegno; e... corpo di bacco! Darei delle pugna in Cielo.”  p. 19

"الماركيز: ولكنك فارس وتعرف ماذا يعنى احترام الكلمة، لقد التزمت... اللعنة! يخيل إلى أنى سأصاب بالجنون"    ص 57

La funzione della locuzione “corpo di bacco!”, in questo esempio è quella di esprimere rabbia, odio, rancore e contrarietà[53] da parte del Marchese nei confronti del suo fattore di campagna, il quale pretendeva dei soldi da lui. Il Cavaliere cercava di dissuadere il Marchese dal concedere quei soldi, ma il Marchese, esasperato com'era, risponde con l'esclamazione  “corpo di Bacco!”.

Il traduttore qui adotta due tecniche; la prima è la connotazione e la seconda è la riduzione[54], traducendo infatti “corpo di bacco!” con:

"اللعنة"

sintetizzando così tre parole in una sola. Ha inoltre impiegato la strategia della localizzazione, sostituendo la figura di Bacco con un'espressione equivalente a livello semantico e altresì adatta alla cultura araba,  ovvero:

"اللعنة!"

3.2. Maledetto + sostantivo!:

“Marchese: (Maledetto Conte! Con questi suoi denari mi ammazza) (da sé).”  p. 14

"الماركيز: (بينه وبين نفسه) لعنة الله على الكونت.. إنه يقتلني بنقوده."           ص 46  

La funzione della locuzione “Maledetto Conte!”, in questo esempio qui è quella di esprimere un sentimento di odio, rabbia, rancore e maledizione da parte del Marchese nei confronti del Conte.

Allora, l’interiezione “maledetto” viene impiegata “come imprecazione, per augurare a qualcuno la condanna e la punizione divina”[55].

Nel contesto, quando il Conte si allontana per andare a consultare un “legatore di gioie”, il Marchese esprime il proprio sentimento di rancore e disprezzo con la locuzione “Maledetto Conte!”.

Il traduttore qui applica due tecniche; la prima è la ricategorizzazione, traducendo l’aggettivo “maledetto” con il sostantivo:

"لعنة"

e la seconda è l’aggiunta, inserendo la parola "الله", e la preposizione "على", per rafforzzare il significato per il lettore arabo. In arabo, il termine "ملعون" ha lo stesso valore semantico della parola italiana “maledetto”, cioè essere“espulso dalla misericordia divina, punito da Dio e allontanato di fare il bene, questo è l’uomo ‘maledetto’”[56]

3.3. Che + pronome+ verbo+ Benedetto!:

“Cavaliere: [..]. Poverina! Che tu sia benedetta! (parte, e poi ritorna)” pp. 53, 54

"الفارس: ]..[ يا للمسكينة! لتباركك السماء! (ينصرف ثم يعود)."                   ص 129

La funzione delle locuzioni “Poverina! che tu sia benedetta!”, qui in questo esempio è quella di esprimere esaltazione, compassione del Cavaliere nei confronti di Mirandolina, che si è svenuta.

L'espressione "che tu sia benedetta"; costituita “col verbo essere, è una formula che si usa per esprimere lode e esaltazione nei confronti dell'altro.”[57].

Il traduttore qui adotta la tecnica dell’aggiunta, ovvero l’“inserimento di parti di testo assenti nell’originale,[(..)]”[58] traducendo “Poverina! Che tu sia benedetta!” con:

"يا للمسكينة! لتباركك السماء!"

Egli ha aggiunto la parola "السماء", per chiarire al lettore il significato e il contesto religioso implicito di questa locuzione interiettiva.

3.4. Povero + sostantivo o aggettivo o pronome!: Le funzioni di queste locuzioni suddividono in due principali usi ne “La locandiera”. Ne riporto alcuni esempi, spiegandone la funzione.

3.4.1. L’ironia:

“Cavaliere: Arte, arte sopraffina. Poveri gonzi! Le credete, eh? A me non la farebbe. Donne? Alla larga tutte quante elle sono.”  p. 12

"الفارس: مهارة.. مهارة عالية. يا لكما من غشيمين! إنكما تغتران فيها. هيه؟ إن أفعالها لا تخيل علىّ. النساء؟ ليذهبن جميعاً إلى حيث القت."                                         ص 39

Il termine “povero”“esprime commiserazione, pietà, partecipazione affettiva per qualcuno o qualcosa, con implicita l’idea non tanto della povertà quanto della triste condizione”[59].

In questo caso, la locuzione “Poveri  gonzi!” ha la funzione di esprimere l’ironia del Cavaliere nei confronti del Conte e del Marchese, commentando con sarcasmo la loro infatuazione per Mirandolina.

Il traduttore qui sceglie un aggettivo impiegato  nell'arabo standard che nel parlato egiziano, traducendo “Poveri gonzi!” con:

"يا لكما من غشيمين!"

L’aggettivo "غشيم", indica “colui che ignora le cose”.[60] A mio avviso, sarebbe possibile tradurre questa locuzione nell’arabo standard con:

"يا لكما من أحمقين"

oppure:

"يا لكما من أحمقين مسكينين"

poiché la parola “gonzo” significa “persona tarda, stupida, credulone e facilmente ingannabile [61]”.

3.4.2. Lo Shock:

“Mirandolina: Povera me! Colle spade?”   p. 73

"ميراندولينا : ويحي .. بالسيوف؟"  ص 177

La funzione della locuzione “Povera me!” in  questo esempio è quella di esprimere shock e sgomento da parte di Mirandolina. Nel momento in cui vede il Cavaliere e il Conte entrare in duello per l'amore della locandiera, verso la fine della commedia. Allora Mirandolina interviene cercando di fermarli ed esclama: “Povera me!”.

Il traduttore utilizza un termine dell'arabo classico traducendo “Povera me!” con:

 "ويحى"

Questo termine è:“una parola che si dice per esprimere simpatia e dolore”[62].

Per quanto riguarda la punteggiatura, il traduttore omette il punto esclamativo.

A mio avviso, sarebbe necessario mantenere il punto esclamativo, per rafforzare la carica emotiva della locazione.

3.5. Che + sostantivo o aggettivo o intera frase esclamativa!: le funzioni di queste locuzioni si dividono in cinque categorie ne“La locandiera”. Riporto di seguito alcuni esempi, spiegandone la funzione.

 

3.5.1. L’ironia:

“Cavaliere: Oh! pazzie! debolezze! Che stregamenti! [..]”    p. 18

"الفارس: أوه جنون! ضعف! سحر ماذا؟]..[."       ص 55

La funzione della locuzione “Che stregamenti!”, qui è quella di esprimere l’ironia del Cavaliere nei confronti del Marchese, Infatti, quest’ultimo afferma di essere stato stregato da Mirandolina, e il Cavaliere reagisce a tale affermazione con questa interiezione ironica.

Il traduttore qui sceglie una resa letteraria nella traduzione di queste tre interiezioni. Se analizziamo questi termini, scopriamo che “pazzia” in italiano significa: “ogni tipo di alterazione delle facoltà psichiche e mentali. sinonimo di follia: dare segni di pazzia.” E anche: “(spec. pl.) Azione o discorso da pazzo o da persona irragionevole e sconsiderata; estens. stravaganza: fare, dire pazzie; p. di gioventù”[63], e in arabo  "جنون"corrisponde a: “perdere testa, diventare pazzo”[64].

Mentre il termine “debolezza” in italiano indica: “Incapacità a resistere, a reagire, mancanza di energia, di forza morale: d. di carattere; cedere per troppa d.; la d. dell’umana natura.”[65], e in arabo  "ضعف"significa: “diventare magro e malato, le sue forze e la sua salute svaniscono.”[66].

E il termine “stregamento” in italiano significa: essere “affascinato, incantato, ammaliato[..]”. E anche: “che è sotto l’influsso di incantesimi, di malie.[..]”[67], mentre in arabo corrisponde a: "سحر" significa: “rubare la mente, incantare, ammagliare qualcuno”.[68], allora il traduttore ,in questo caso, traduce “pazzie!”, “debolezze!”, “che stregamenti!” come:

"جنون!" "ضعف!" "سحر ماذا؟"

Nella resa di quest’ultima esclamazione, il traduttore adotta la tecnica della ristrutturazione[69], in quanto lui anticipa il sostantivo “stregamenti” rispetto all’interrogativo “che” nel metatesto.

“Cavaliere: A tavola con due donne! Oh che bella compagnia!”             p. 36

"الفارس: يتغدى مع سيدتين! يا لها من صحبة جميلة!]..[."   ص 93

La funzione della locuzione “Oh che bella compagnia!”, qui è quella di esprimere l’ironia del Cavaliere nei confronti del Conte. Il Cavaliere pronuncia questa esclamazione, rivolgendosi al servitore, in riferimento alla prospettiva di pranzare con due donne.

Il traduttore qui ricorre alla traduzione letterale, dato che il termine “compagnia” in italiano significa: “la condizione dell'essere compagni, lo stare insieme, in contrapposizione all'essere o allo stare solo[..].”[70], e il suo equivalente arabo "صحبة" significa: “accompagnare qualcuno, e essere in compagnia con qualcuno”[71], allora il traduttore traduce “che bella compagnia!” con:

 "يا لها من صحبة جميلة!" 

A parer mio, la traduzione di “Oh!” dovrebbe essere rafforzata per poter riflettere il tono ironico del Cavaliere. Per questo motivo, propongo di tradurla  come:

"يا سلام! يا لها من صحبة جميلة!"

In questa resa ho utilizzato la tecnica dell’esplicitazione per marcare l’intonazione ironica del personaggio.

3.5.2. La rabbia:

“Cavaliere: [..] Mi dispiace piú che mi ha bevuto la mia cioccolata. Che indiscretezza! Che asinità! E poi... son chi sono. Son Cavaliere. Oh garbatissimo Cavaliere!”     p. 20

"الفارس: ]..[، ولكن ما يؤسفني حقاً أنه شرب فنجان الشيكولاته، يا لقلة الذوق! ثم يقول: أنا هو من أنا. أنا فارس. أوه! يا له من فارس جم الأدب!"         ص 59

La funzione delle locuzioni “Che indiscretezza! Che asinità! Oh garbatissimo cavaliere!”, qui è quella di mostrare il sentimento di rabbia, misto a ironia, che il Cavaliere prova nei confronti del Marchese.             Infatti, dopo che il Marchese si è allontanato, il Cavaliere parla tra sé e sé, esprimendo la sua stizza con queste interiezioni.

Il traduttore qui ricorre alla letteralità nella traduzione della prima locuzione, poiché il termine italiano “indiscretezza” significa: “mancanza di discretezza o di discrezione nei rapporti con gli altri[..]”[72], e il suo equivalente arabo corrisponde a:

"قلة ذوق"

allora il traduttore ,in questo esempio, traduce “che indiscretezza” con:

"يا لقلة الذوق!"

facendo un’omissione, ingiustificata. Invece, nella traduzione della seconda locuzione, omettendo “che asinità” nel metatesto arabo, applicando la tecnica dell’espansione nella traduzione di quella terza, traducendo “oh garbatissimo Cavaliere!”:

"أوه ! يا له من فارس جم الأدب!"

dato che il termine garbatissimo, con l’uso del superlativo “issimo”, significa in italiano una persona molto educata, allora significa in arabo:

"مؤدب للغاية"

 oppure:

"جم الأدب"

che dà lo stesso significato della lingua di partenza.

Nella mia opinione, tendo per tradurre “che asinità!” con:

"ما هذا الهراء!"

dato che il termine italiano “asinità” significa:“stupidaggine, idiozia, asineria, goffaggine; grossolanità.”[73].

E proporrei di tradurre “oh” con:

 "حقاً!"  

oppure:

 "والله؟!"

utilizzando la tecnica dell’esplicitazione.

3.5.3. La confusione:

“Ortensia: Che cara Contessa! Ride ancora di me. Ho detto uno sproposito, che l’ha fatta ridere.”          P. 27

"أورتنسيا: يا لظرف الكونتيسة! لقد صدرت منى عبارة فكهة أضحكتها ولا زالت تضحك حتى الآن." ص75

 

La funzione della locuzione “Che cara Contessa!”, qui è quella di esprimere la confusione e l’imbarazzo di Ortensia. Infatti, mentre sta fingendo di essere una dama, Ortensia si accorge che Dejanira ride di lei. Allora pronuncia questa interiezione per tentare di mantenere la propria parte e mascherare l’imbarazzo di fronte a Mirandolina.

Il traduttore qui applica due tecniche: la prima è la ricategorizzazione, trasformando l’aggetivo “cara” in un sostantivo:

"ظُرف"

la seconda è la connotazione nella traduzione dell’aggettivo “cara” con il significato implicito di:

"ظُرف"

ovvero (spirito). 

Si potrebbe proporre di tradurre la locuzione con:

 "يا لها من كونتيسة ظريفة!"

dato che il termine “cara” in italiano significa: una persona carina, gentile; [..] che si fa voler bene[..]”[74], allora possiamo tradurre questo termine in arabo con:

"لطيفة"

oppure:

"ظريفة"

3.5.4. La meraviglia:

 

Cavaliere: (Che umiltà!) (da sé).”        P. 36

"الفارس: (لنفسه: تواضع كبير!)."   ص 94

La funzione della locuzione “Che umiltà!”, qui è quella di esprimere la meraviglia e la sorpresa del Cavaliere nei confronti di Mirandolina. Quando Mirandolina gli dice che lei ha preparato un piatto appositamente per lui e che lei stessa glielo porterà in tavola, il Cavaliere, rimasta colpito da questo gesto, dice tra sé e sé: “Che umiltà!”.

Il termine “umiltà” in italiano significa: “sentimento e conseguente comportamento improntato alla consapevolezza dei proprî limiti e al distacco da ogni forma di orgoglio e sicurezza eccessivi di sé[..].”[75] Mentre l’equivalente arabo "تواضع" significa: “allontanare dall'arroganza”[76].

Il traduttore qui ricorre a due tecniche: la prima è l’aggiunta, traducendo “che umiltà!” con:

"تواضع كبير!"

aggiungendo l’aggettivo "كبير", per rafforzare il senso della frase per il lettore arabo, e la seconda è l’omissione della particella esclamativa “Che”, una scelta ingiustificata.

A mio avviso, sarebbe preferibile una resa più completa e più fedele all’originale, come:

 "يا له من تواضع كبير منها!"

Questa proposta chiarisce che il gesto proviene da Mirandolina e in questa resa Io applico la tecnica dell’esplicitazione che serve qui a rafforzare l’effetto di meraviglia.

3.5.5. La soddisfazione:

“Marchese: Oh che roba! Oh che intingolo! Oh che odore! Oh che sapore! (mangiando).”                              P. 41

"الماركيز: (يأكل) أوه ما أروعه؟ أوه يا له من طبق مخصوص، أوه، أي رائحة! أي طعم!"   ص 103

 

La funzione delle locuzioni “Oh che roba! Oh che intingolo! Oh che odore! Oh che sapore!” qui è quella di esprimere la soddisfazione e il piacere del Marchese mentre gusta il piatto cucinato da Mirandolina appositamente per il Cavaliere.

Il traduttore qui ricorre alla connotazione nella traduzione delle prime due locuzioni, dato che il termine “roba” significa in italiano: “in genere, qualsiasi cosa materiale che si possiede[..]”[77], allora, in arabo il significato letterale sarà:

 "شيء"

ma il traduttore traduce “che roba” con:

"ما أروعه؟"

cambiando la parola “roba” con l’esclamazione:

"ما أروعه"

e mettendo un punto interrogativo al posto di quell’esclamativo.

Dato che il termine “intingolo” significa in italiano:“nome generico di ogni sugo, salsa, condimento liquido in cui si cuoce una pietanza, soprattutto la carne (per es., lo spezzatino) o anche verdure in umido, e la pietanza stessa così preparata[..].”[78], allora in arabo il significato letterale sarà:

 "صلصة"  

oppure:

 "حساء"

un significato che vale per tradurre questo termine, ma il traduttore traduce “che intingolo!” con:

"يا له من طبق مخصوص"

nel senso di un piatto speciale, e ricorre ,invece, alla letteralità nella traduzione delle ultime due locuzioni, dato che il termine “odore” significa in italiano:“essenza odorosa, profumo” e anche “l’insieme delle erbe aromatiche utilizzate in cucina”[79], e in arabo "رائحة" significa: “la brezza che ha un buon profumo”[80].

E il termine “sapore” significa in italiano: “è ciascuna delle sensazioni specifiche del gusto, provocata dal contatto delle sostanze alimentari con i recettori nervosi che si trovano sulla lingua”[81], e in arabo "طعم" significa:“ciò che il senso del gusto percepisce in un cibo o in una bevanda, come dolcezza, amarezza, acidità e tutto ciò che sta nel mezzo.”[82], allora il traduttore traduce “che odore!”, “che sapore!” come:

"أي رائحة!", "أي طعم!".

 Propongo di tradurre le locuzioni come:

 "يا سلام ما أروعه! يا سلام يا له من طبق مخصوص! يا سلام على رائحته! يا سلام على طعمه!

 

 

[1] Cfr. Augusto Ponzio, Il linguaggio e le lingue, introduzione a una linguistica generale, Mimesis Edizioni, Milano-Udine, 2013, p. 195.

[2] www.Treccani.it/encyclopedia/teatro e lingua/ cliccato il 12/8/2024

[3] Cfr. Nicoletta Mosca, Italiano- Grammatica essenziale, Strumenti per lo studio delle lingue, De Agostini Libri, prima edizione, Novara, 2011, p. 118.

[4] Lorenzo Renzi, Giampaolo Salvi, Anna Cardinaletti, Grande grammatica italiana di consultazione, Tipi di frase, deissi, formazione delle parole, Il mulino, Bologna, 1988-1995, vol. 3°, Isabella Poggi, Le interiezioni, p. 411.

[5] Cfr. https://www.treccani.it/enciclopedia/olofrastico/, cliccato il 13/8/2024

[6] L’edizione da cui si cita è (Carlo Goldoni, La locandiera, I David, Tascabili La Spiga, Milano,2007, p.14). In seguito a ciascun esempio si segnalerà il solo numero di pagina senz’alcun’altra indicazione.

[7] كارلو جولدوني، مسرحية صاحبة اللوكاندة، ترجمة سلامة محمد سليمان، المجلس الأعلى للثقافة، القاهرة، 2000، ص31، بصيغة pdf من موقع:

https://www.ebooksar.com/صاحبة-اللوكاندة--pdf , cliccato il 20/8/2024.

[8] https://www.treccani.it/vocabolario/oh/ cliccato il 21/8/2024.

[9]  Bruno Osimo, Manuale del traduttore, Ulrico Hoepli Editore, Milano, 2011, p. 326.

[10] L'esplicitazione: «è la procedura di spiegazione di quello che è stato lasciato implicito nel testo di partenza: la sostituzione di un pronome con il sostantivo a cui si riferisce, l'aggiunta di connettori per esplicitare i collegamenti logico-semantici tra frasi diverse, l'aggiunta esplicativa ecc.» in Federica Scarpa, La traduzione specializzata, un approccio didattico professionale, seconda edizione, Ulrico Hoepli, Milano, 2008, p.151.

[11] Cfr. https://www.treccani.it/enciclopedia/interiezione cliccato il 21/8/2024.

[12] Cfr. Lorenzo Renzi, Giampaolo Salvi, Anna Cardinaletti, op. cit. p. 411.

[13] Cfr. Lorenzo Renzi, Giampaolo Salvi, Anna Cardinaletti, op. cit. p.423.

[14] “Trasferimento di un testo da un alfabeto all’altro seguendo il principio della pronunciabilità spontanea dei parlanti della cultura ricevente”. in Bruno Osimo, Propedeutica della traduzione, Corso introduttivo con tabelle sinottiche, Seconda edizione, Ulrico Hoepli Esditore S.p.A., Milano, 2010, p. 168.

[15] Anna Esposito, Amir Hussain, Maria Marinaro, Raffaele Martone (Eds), Multimodal Signals: Cognitive and Algorithmic Issues. Lecture Notes in Computer Science, vol 5398, Isabella Poggi, The Language of Interjections, Springer, Berlin, 2009, p. 176, “REQUESTIVE, like ehi (please, pay attention to me)[..].”.“Trad.nos”.

[16] L'omissione: “consiste nell'eliminare dal testo di arrivo elementi presenti nel testo di partenza.” in Peter Newmark, La traduzione: problemi e metodi, (Strumenti di studio), traduzione di Flavia Frangini, Garzanti, Milano,1988, p.258.

[17] Cfr. Jean Delisle, Hannelore Lee-Jahnke, Monique C. Cormier, Terminologia della traduzione, (a cura di Margherita Ulrych); (traduzione italiana di Caterina Falbo e Maria Teresa Musacchio), Ulrico Hoepli, Milano, 2002, p.111.

[18] Cfr. Nicoletta Mosca, Italiano- Grammatica essenziale, Strumenti per lo studio delle lingue, De Agostini Libri, prima edizione, Novara, 2011, p. 118.

[19] https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/ le-interiezioni-improprie/&v , cliccato il 12/8/2024.

[20] Cfr. Anna Esposito, Amir Hussain, Maria Marinaro, Raffaele Martone (Eds), op. cit. p. 178, “Table 1. Informative interjections, SPECIFIC MEANING”: “Resignation”. “Trad.nos”.

[21]Il significato elementare di un segno, accezione di un vocabolo reperibile nel dizionario, che non contiene molti elementi soggettivi o affettivi o determinati dal contesto.” in Bruno Osimo, Traduzione e qualità, La valutazione in ambito accademico e professionale, Ulrico Hoepli Editore, Milano, 2004, p. 148.

[22]Il significato associato o secondario di una parola o di un'espressione, in aggiunta al significato ovvio o primario (denotazione). Questo significato connotativo che il segno assume in un particolare contesto (culturale, geografico, storico, familiare). Tale significato, di carattere emotivo, e` particolarmente soggetto a variare da un individuo all'altro.” in Filomena Diodato, Teorie semantiche, Dal segno al testo, premessa di Stefano Gensini, Liguori Editore, Napoli, 2013, prima edizione, p. 148.

[23]La ricategorizzazione o la trasposizione consiste nel cambiare categoria grammaticale a una parte della frase senza alterarne il significato generale.” in https://www.scuolainterpretionline.com/blog/metodo-di-traduzione-strategia-di-traduzione-o-tecnica-di-traduzione cliccato il 13/8/2024.

[24] Cfr. Anna Esposito, Amir Hussain, Maria Marinaro, Raffaele Martone (Eds), op. cit, p. 178, “Table 1. Informative interjections, SPECIFIC MEANING”: “Surprise”, “Disappointment”. “Trad.nos”.

[25] La denotazione: è “il puro valore referenziale della parola”, ed “appartiene al sistema linguistico e quindi non è soggetta a cambiamenti; [...].” in Gianfranca Lavezzi, Breve dizionario di retorica e stilistica, Prima edizione, Carocci editore S.p.A., Roma, 2004, p. 36.

[26] La connotazione: “Indica l’insieme dei valori semantici di una parola che non sono inclusi nella sua definizione di base.” e “[...]può essere diversa in relazione al momento storico, al luogo, al contesto.” in Gianfranca Lavezzi, Breve dizionario di retorica e stilistica, Prima edizione, Carocci editore S.p.A., Roma, 2004, p. 36.

[27]   مجمع اللغة العربية، المعجم الوسيط، القاهرة، مكتبة الشروق الدولية، 2004، ط4، ج2: مادة "ش ط ر"، ص482، (الشاطر) الْخَبيث الْفَاجِر و (عِنْد الصُّوفِيَّة) السَّابِق المسرع إِلَى الله والفهم الْمُتَصَرف (ج) شطار. “Trad.nos”.

[28]La connotazione: è il “senso (complementare al significato denotativo( assunto da un segno in relazione a un contesto specifico (culturale, geografico, storico, familiare).” in Bruno Osimo, Propedeutica della traduzione, cit., p. 139.

[29]   مجمع اللغة العربية، المعجم الوجيز، القاهرة، طبعة خاصة بوزارة التربية والتعليم، 1999، مادة "ع ب ق ر"، ص404، (العَبْقَريٌ) المنسُوبُ إلى عَبْقَر، وهو صِفَةٌ لكلً مالَا يفوقه شىءٌ في كمالِه وبراعتِه. يقال: رجُلٌ عَبْقَريٌ. (ج) عباقِرَة. “Trad.nos”.

[30] https://www.treccani.it/vocabolario/bene1/ cliccato il 21/8/2024

[31] Modulazione: “consiste nel variare la forma grazie a un cambio semantico, rendendo la nuova traduzione da una prospettiva diversa. Per esempio, se la traduzione reale è “non è difficile da dimostrare”, in realtà si tradurrà “è facile dimostrare che”in https://www.guidatraduzioni.it/articoli/tecniche-di-traduzione. cliccato il 21/8/2024.

[32] https://www.treccani.it/vocabolario/ecco1/ cliccato il 21/8/2024

[33] انظر المعجم الوجيز، معجم سبق ذكره، مادة "ه ي ا"، ص 657، (هَيَا، و هَيَّا) كلمةُ حَثَّ. “Trad.nos”.

[34] Pierangela Diadori, Teoria e pratica della traduzione, Strategie, testi e contesti, Le Monnier Università, Milano, 2012, prima edizione, p. 66.

[35]   انظر المعجم الوسيط، مرجع سبق ذكره، ج1: مادة "خ ل ص"، ص24، (خَلَصَ) خُلُوصًا وخَلاصًا صفا وَزَالَ عَنهُ شوبه وَيُقَال خلص من ورطته سلم مِنْهَا وَنَجَا وخلص من الْقَوْم اعتزلهم وانفصل مِنْهُم وَفِي التَّنْزِيل الْعَزِيز {فَلَمَّا استيأسوا مِنْهُ خلصوا نجيا} وَيُقَال خلص بِنَفسِهِ وَإِلَى الشَّيْء وصل فَهُوَ خَالص (ج) خُلَّص. “Trad.nos”.

[36]  انظر المعجم الوسيط، مرجع سبق ذكره، ج2: مادة "ك ف ى"، ص793، (كَفاهُ) الشَّيْء كِفَايَة اسْتغنى بِهِ عَن غَيره فَهُوَ كَاف وكفي وَكَثِيرًا مَا تزاد مَعهَا الْبَاء وَفِي التَّنْزِيل الْعَزِيز{وَكفى بِاللَّه حسيبا} و {وَكفى بِاللَّه شَهِيدا} وَفُلَانًا الْأَمر قَامَ فِيهِ مقَامه وَيُقَال كَفاهُ مؤونته وَالله فلَانا فلَانا أَو شَرّ فلَان حفظه من كَيده وَفِي التَّنْزِيل الْعَزِيز {فَسَيَكْفِيكَهُم الله}. “Trad.nos”.

[37] Cfr. Ivi, p. 62.

[38] Cfr. Anna Esposito, Amir Hussain, Maria Marinaro, Raffaele Martone (Eds), op. cit. p. 176, “REQUESTIVE, like ehi (please, pay attention to me) or via! (go!) to ask the Hearer to perform an action; [..].”.“Trad.nos”.

[39] Cfr. Pierangela Diadori, op. cit. p. 59.

[40] Cfr. Ivi, p.58.

[41] Ivi, p. 59.

[42] Ivi, p. 66.

[43] Cfr. Anna Esposito, Amir Hussain, Maria Marinaro, Raffaele Martone (Eds), op. cit. p. 178, “Table 1. Informative interjections, SPECIFIC MEANING”: “Exultance”.“Trad.nos”.

[44] Cfr. Ivi, p. 177, “Others are incitations marked as to the “aspect” of action, since they do not specify the requested action, but they solicit the Addressee to start (via!, sotto! = go!), to stop or end (stop, basta = that’s enough)[..]”. “Trad.nos”.

[45] Pierangela Diadori, op. cit. p. 61.

[46] Cfr. https://www.treccani.it/enciclopedia/locuzioni-interiettive_(La-grammatica-italiana)/ cliccato il 20/8/2024.

[47] https://dizionari.repubblica.it/Italiano/C/cospetto.html cliccato il 21/8/2024.

[48] “Cultura emittente/ cultura ricevente: Non esistendo un trasferimento linguistico dulturaleel tutto indipendente dall’interazione culturale, queste locuzioni  sono preferibili a «lingua di partenza» e «lingua d’arrivo» per indicare le culture (non ristrette agli aspetti puramente linguistici) dalle/ verso le quali si traduce.” in Bruno Osimo, Propedeutica della traduzione, cit., p. 140.

[49] https://dizionari.repubblica.it/Italiano/C/cospetto.html cliccato il 22/8/2024

[50] https://www.treccani.it/enciclopedia/bacco_(Enciclopedia-dei-ragazzi)/ cliccato il 22/8/2024

[51] https://dizionario.internazionale.it/parola/per-bacco cliccato il 21/8/2024

[52] Bruno Osimo, Manuale del traduttore, cit., p. 293.

[53] https://dizionari.repubblica.it/Italiano/B/bacco.html cliccato il 21/8/2024

[54] La riduzione: “diminuzione quantitativa subita da un fonema, che può concretarsi o nel passaggio dalla quantità lunga alla quantità breve. [..].” in https://www.treccani.it/vocabolario/riduzione/ cliccato il 21/8/2024.

[55] Cfr. https://dizionario.internazionale.it/parola/maledetto cliccato il 21/8/2024

[56] انظر المعجم الوجيز، مرجع سبق ذكره، مادة "ل ع ن"، ص559، (لَعَنَهُ) اللهُ – لَعْناً: طرَدَه وأَبْعَده من الخيْر. فهو ملعونٌ. (ج) مَلَاعِين. “Trad.nos”.

[57] Cfr. https://www.treccani.it/vocabolario/benedetto/ cliccato il 21/8/2024

[58] Pierangela Diadori, op. cit, p. 62.

[59] https://www.treccani.it/vocabolario/povero/ cliccato il 21/8/2024

 [60] انظر المعجم الوسيط، مرجع سبق ذكره، ج2: مادة "غ ش م"، ص653، (الغشيم) الْجَاهِل بالأمور كَأَنَّهُ مثل الغاشم وَهُوَ الحاطب بِاللَّيْلِ يقطع كل مَا قدر عَلَيْهِ بِلَا نظر وَلَا فكر (محدثة). “Trad.nos”.

[61] https://dizionario.internazionale.it/parola/gonzo cliccato il 22/8/2024

[62] انظر المعجم الوجيز، مرجع سبق ذكره، مادة "و ي ح"، ص683، (وَيْحٌ): كلمةُ ترحُّم وتوجُّع. ويقال: وَيْحٌ له، ووَيْحاً له، وَوَيْحَهُ! “Trad.nos”.

[63] https://dizionari.corriere.it/dizionario_italiano/P/pazzia.shtml cliccato il 23/8/2024.

[64] انظر المعجم الوجيز، مرجع سبق ذكره، مادة "جُ ن َّ، ص122،121، (جُنَّ) جُنُوناً، وجِنَّةً و مَجَنَّةً: زالَ عقْلُه. ويقال: جُنَّ جُنُونُه. و – به، ومِنهُ: أُعْجِبَ به حتى يصير كالمجنون. “Trad.nos”.

[65] https://www.treccani.it/vocabolario/debolezza/ cliccato il 24/8/2024.

[66] انظر المعجم الوجيز، مرجع سبق ذكره، مادة "ضَ عُ  فَ، ص380، (ضَعُفَ) – ضَعْفاً: هُزِلَ، أو مَرِضَ وذهبت قُوَّتُهُ أَو صِحَّتُه. “Trad.nos” .

[67] https://www.garzantilinguistica.it/ricerca/?q=stregato cliccato il 24/8/2024.

[68]  انظر المعجم الوجيز، مرجع سبق ذكره، مادة "سَ حَ رَ"، ص304، (سَحَرَ) فلاناً- سِحْرًا: فعلَ به السَّحْر. و-فلاناً بكذا: استمالَهُ وسلَبَ لُبَّهُ.  “Trad.nos”.

[69]Il fenomeno linguistico di ristrutturazione implica che la struttura di una forma di un processo sintattico è cambiata senza che la forma di per se sia cambiata (Matthews, 1997).” in https://www.researchgate.net/publication/27816580_La_ristrutturazione_nel_dialetto_veneziano cliccato il 22/8/2024.

[70] https://www.treccani.it/vocabolario/compagnia/ cliccato il 24/8/2024.

[71] انظر المعجم الوجيز، مرجع سبق ذكره، مادة "صَ حٍ بَ"، ص359، (صَحِبَهُ) – صَحَابَةً، وصُحْبَةً: رافَقَهُ. ويُقال في الدعُّاءِ: صحِبَك اللهُ: حَفِظَك ورَافَقَتْك عنايتُه.  “Trad.nos”.

[72] https://www.treccani.it/vocabolario/indiscretezza/  cliccato il 24/8/2024.

[73] https://www.garzantilinguistica.it/ricerca/?q=asinit%C3%A0 cliccato il 24/8/2024.

[74] https://dizionari.repubblica.it/Italiano/C/caro.html cliccato il 24/8/2024.

[75] https://www.treccani.it/vocabolario/umilta/ cliccato il 24/8/2024.

[76] انظر المعجم الوجيز، مرجع سبق ذكره، مادة "وَ ضَ عَ"، ص673، (تَوَاضَعَ) فلانٌ: تَنَزَّه عن الكِبْر. و- القوْمُ على الأَمْر: اتَّفقوا عليه. .“Trad.nos”

[77] https://www.treccani.it/vocabolario/roba/ cliccato il 24/8/2024.

[78] https://www.treccani.it/vocabolario/intingolo/ cliccato il 24/8/2024.

[79] https://dizionario.internazionale.it/parola/odore cliccato il 24/8/2024.

[80] انظر المعجم الوجيز، مرجع سبق ذكره، مادة "رَ ا حَ"، ص281، )الرَّائِحَة): النَّسيمُ طَّيباً أَو نَتِناً. .“Trad.nos”

[81] https://www.treccani.it/vocabolario/sapore_res-a04c57ba-e3dc-11eb-94e0-00271042e8d9/ cliccato il 24/8/2024.

[82] انظر المعجم الوجيز، مرجع سبق ذكره، مادة "طَ عْ مُ"، ص391، (الطَّعْمُ): ما تدركه حاسّة الذَّوْقِ من طَعام أَو شراب، كالحلاوةِ والمرارةِ والحموضةِ وما بينَها، وما هو بذى طَعْمٍ إذا كان غثَّا. وهو لا طَعْمَ له: إذا لم يكن مقبولًا. (ج) طُعومٌ. .“Trad.nos”

Conclusioni

 

Ho scelto di approfondire, in quest’articolo, il tema delle interiezioni  in modo particolare, tenendo conto di diversi aspetti rilevanti per la traduzione del testo:

la differenza tra prototesto e metatesto; la distanza tra la cultura mittente e quella destinataria; le sfide che gravano sulle spalle del traduttore, come la necessità di trasferire nel modo più fedele il contenuto dal prototesto al metatesto; la tentazione di rendere visibile — il più possibile — sia la forma che il contenuto del testo che rappresentano insieme le due facce della stessa medaglia; il compito di rendere trasparente il pensiero dell’autore e lo spirito dell’opera originale; e infine, la necessità di conservare il registro e lo stile di entrambi i testi.

Nel mio studio, ho proposto un’analisi traduttiva accurata delle interiezioni ne La locandiera di Goldoni, con l’obiettivo di mettere in luce le problematiche riscontrate nelle loro rispettive traduzioni in arabo. Ho cercato, a tal proposito, di proporre possibili soluzioni a tali problematiche.

Dalla ricerca condotta, sono emersi i seguenti punti fondamentali:

  1. È indispensabile tradurre le interiezioni evitando di ridurne il senso a un semplice livello denotativo o connotativo, ma cercando di far comprendere al lettore arabo il significato semantico e il contesto espressivo di ciascuna interiezione, come mostrato negli esempi analizzati.

 

  1. È importante definire con molta attenzione il registro linguistico con cui si traduce l’interiezione: a volte si tende a usare l’arabo standard, altre volte l’arabo colloquiale, tipico delle conversazioni informali. È necessario mantenere un equilibrio tra queste scelte, per evitare il rischio di una pericolosa mescolanza (mescidato) tra arabo standard e arabo colloquiale, nonché tra registri linguistici differenti.

 

  1. Occorre considerare con grande attenzione la funzione della punteggiatura in ciascuna interiezione: in alcuni casi risulta necessario intervenire per reinserire un punto esclamativo omesso dal traduttore oppure per sostituire un punto interrogativo improprio, poiché la punteggiatura rappresenta un elemento essenziale per chiarire la sfumatura semantica e intonativa dell’interiezione.

 

  1. Bisogna ribadire che l’approccio traduttivo deve variare in base al caso e al personaggio che parla, rispettando e riproducendo fedelmente le intonazioni espressive del parlato.

 

  1. È fondamentale tener conto della distanza culturale tra cultura emittente e cultura destinataria, per poter attivare i meccanismi traduttivi più adeguati ad illustrare il valore espressivo delle interiezioni e a riprodurne le proprie A tal fine, risulta utile ricorrere a tecniche traduttive quali: aggiunta, omissione, espansione, riduzione e ricategorizzazione, sempre nel rispetto delle esigenze sintattiche e stilistiche della lingua d'arrivo — in questo caso, l’arabo.

 

  1. Infine, ciò che maggiormente rileva nell'esame del comportamento traduttivo è l’insieme delle scelte di strategie, di tecniche e di soluzioni adottate dal traduttore per risolvere le problematiche che emergono. Sono proprio tali scelte che contribuiscono a definire il ruolo del traduttore come coautore del testo.

 

  1. Questa analisi critica della traduzione mira dunque a individuare delle costanti nel comportamento traduttivo in generale e a delineare delle regolarità che possano contribuire a definire un comportamento traduttivo cultura-specifico.
Bibliografia
 
Il Corpus
- Goldoni, Carlo, La locandiera, I David, Tascabili La Spiga, Milano, 2007.
-  جولدوني، كارلو، مسرحية صاحبة اللوكاندة، ترجمة سلامة محمد سليمان، المجلس الأعلى للثقافة، القاهرة، 2000. بصيغة pdf من موقع:
https://www.ebooksar.com/صاحبة-اللوكاندة--pdf
Volumi consultati
- Delisle, Jean – Lee-Jahnke, Hannelore – Cormier, Monique, Terminologia della traduzione, a cura di M. Ulrych, trad. it. di C. Falbo e M. T. Musacchio, Ulrico Hoepli, Milano, 2002.
- Diadori, Pierangela, Teoria e pratica della traduzione. Strategie, testi e contesti, Le Monnier Università, Milano, 2012.
- Diodato, Filomena, Teorie semantiche. Dal segno al testo, Liguori Editore, Napoli, 2013.
- Esposito, Anna – Hussain, Amir – Marinaro, Maria – Martone, Raffaele (a cura di), Multimodal Signals: Cognitive and Algorithmic Issues, Springer, Berlin, 2009 (Poggi, Isabella, The Language of Interjections).
- Scarpa, Federica, La traduzione specializzata. Un approccio didattico professionale, 2ª edizione, Ulrico Hoepli, Milano, 2008.
- Lavezzi, Gianfranca, Breve dizionario di retorica e stilistica, Carocci, Roma, 2004.
- Mosca, Nicoletta, Italiano. Grammatica essenziale, Strumenti per lo studio delle lingue, De Agostini Libri, Novara, 2011.
- Newmark, Peter, La traduzione: problemi e metodi, trad. di F. Frangini, Garzanti, Milano, 1988.
- Osimo, Bruno, Manuale del traduttore, Ulrico Hoepli, Milano, 2011.
- Osimo, Bruno, Propedeutica della traduzione. Corso introduttivo con tabelle sinottiche, 2ª edizione, Ulrico Hoepli, Milano, 2010.
- Osimo, Bruno, Traduzione e qualità. La valutazione in ambito accademico e professionale, Ulrico Hoepli, Milano, 2004.
- Ponzio, Augusto, Il linguaggio e le lingue. Introduzione a una linguistica generale, Mimesis Edizioni, Milano-Udine, 2013.
- Renzi, Lorenzo – Salvi, Giampaolo – Cardinaletti, Anna, Grande grammatica italiana di consultazione, Il Mulino, Bologna, 1995, vol. III.
Riviste e periodici
 
- El-Nawasany, Shirin, Traduzione tra teoria e prassi: alcune osservazioni strumentali. Analisi traduttologica de “Il lungo viaggio” di Sciascia, in «Faculty of Arts Magazine», XLIII, 2017.
 
المراجع العربية
 
- مجمع اللغة العربية، المعجم الوسيط، القاهرة، مكتبة الشروق الدولية، 2004.
- مجمع اللغة العربية، المعجم الوجيز، القاهرة، طبعة وزارة التربية والتعليم، 1999.
- ابن منظور، لسان العرب، القاهرة، دار المعارف، 2003.