Document Type : Original Article
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Italian language department- Faculty of Arts - Helwan University
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Introduzione
Tra la letteratura e le pandemie esiste un legame profondo e indissolubile. La letteratura ha sempre avuto la capacità di riflettere e rappresentare in modo espressivo le pandemie che si sono diffuse in epoche diverse. Molte opere letterarie hanno affrontato il tema della diffusione delle pandemie, sia in Italia che a livello internazionale. Nel XIV secolo, lo scrittore e poeta italiano Giovanni Boccaccio, una delle figure più importanti del panorama letterario mondiale dell’epoca, scrisse la sua celebre opera Il Decameron, una raccolta di cento novelle che raccontano di un gruppo di giovani in fuga da Firenze per sfuggire alla peste nera, una pandemia che devastò l’Europa a metà del XIV secolo. La maschera della morte rossa (racconto di Edgar Allan Poe), Diario dell’anno della peste (romanzo storico di Daniel Defoe) e L’amore ai tempi del colera (romanzo di Gabriel García Márquez) sono tutte opere che trattano temi legati alla diffusione di varie pandemie in diversi periodi storici.
Il 30 gennaio 2020, con l'annuncio dell'Organizzazione Mondiale della Sanità che il COVID-19 in Cina richiede la collaborazione di tutti, il mondo ha iniziato a provare paura, specialmente con le notizie spaventose provenienti dal centro della pandemia. A marzo, l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato la malattia una pandemia globale.[1] Il terrore si è diffuso; Drusilla Galelli, allontanata dal marito, ha descritto il suo stato di panico in quel periodo nel suo diario: “Ho paura di tutta questa situazione che stiamo vivendo, ho paura del virus, ho paura di ammalarmi e trovarmi costretta a lasciare i miei figli a casa da soli, ho paura che mio marito si ammali, ho paura che mia madre, mio padre, mia sorella e la mia nipotina si ammalino. Ho paura che questa cosa non finirà mai. Ho paura perché non riesco a capire quando riusciremo a tornare alla normalità. Ho paura di aver paura! Io non sono una persona che ha paura, sono poche le cose che mi spaventano, soprattutto dopo l'aver scoperto di avere una malattia autoimmune.”[2]
Tanti libri, romanzi e diari hanno discusso questo stato di panico sperimentato dappertutto e il suo impatto sulla vita sociale. Alcuni di essi sono C’era una volta adesso di Massimo Gramellini e Wahm El-Koronā di Hassan Ebeid Eissa. Gramellini, nato a Torino e di origini romagnole, è un giornalista, scrittore, intellettuale e conduttore televisivo italiano. Con il suo lavoro giornalistico soprattutto con La Stampa e le sue opere letterarie tra cui il romanzo più famoso Fai bei sogni, egli contribuisce prevalentemente al panorama contemporaneo della letteratura italiana. «In Altre Parole» è una trasmissione televisiva presentata da Gramellini in collaborazione con l’emittente televisiva «La7» e in essa si occupa di raccontare, da una diversa prospettiva, i sette giorni appena trascorsi della settimana attraverso i suoi pensieri.[3] Hassan Ebeid Eissa è uno scrittore, poeta e intellettuale iracheno. È nato nella provincia di Babilonia in Iraq nel 1952.[4]
Rapporti sociali in C’era una volta adesso
Nel romanzo C’era una volta adesso, il lockdown costringe Andrea, che è praticamente separato e in procinto di divorziare dalla moglie, a rimanere a Milano. Dopo alcune discussioni, Tania, la moglie, insieme ai figli Mattia e Rossana, decide di accoglierlo nell'appartamento per vivere tutti insieme. così avrà un’altra possibilità, creata per effetto della pandemia, per rianimare e rinnovare la sua relazione con Tania e con suo figlio, Mattia. I personaggi del romanzo C’era una volta adesso si trovavano ad affrontare relazioni sociali complicate; hanno aumentato la complessità di tali relazioni le circostance difficili che hanno vissuto durante la diffusione della pandemia. Le condizioni sono cambiate, e il romanzo ha vissuto molti mutamenti e colpi di scena inattesi: per alcuni, l’amore si è trasformato in odio ed avversione, mentre per altri, le avversioni e le liti si sono trasformate in amore o almeno rapporti di rispetto. L’istruzione e certi lavori hanno subito un grande cambiamento dopo l’imposizione del lockdown, quando molti studenti ed impiegati si sono radunati dietro gli schermi nel tentativo di proseguire la loro vita e recuperare ciò che stavano perdendo.
Con lo sviluppo drammatico della pandemia le autorità sanitarie hanno imposto alcune misure da seguire al fine di proteggersi dal nuovo virus. Hanno consigliato di evitare abbracci e strette di mano soprattutto con le persone che soffrono di infezioni respiratorie acute; hanno anche consigliato di mantenere una distanza interpersonale di almeno un metro nei contatti sociali e usare delle mascherine[5]. Ciò ha influenzato drasticamente le dinamiche sociali.
Tania, la mamma di Mattia, si è trovata in una situazione imbarazzante poiché ha dovuto annullare il compleanno di Mattia, protagonista del romanzo, e impedire ai suoi figli di visitare la nonna Gemma, al fine di completare il periodo di due settimane (chiamato anche quarantena) necessario a garantire che nessuno di loro fosse contagiato dal virus. La seguente situazione evidenzia i sentimenti di depressione e solitudine vissuti in quel periodo di panico. Mattia narra una conversazione tra la mamma Tania (chiamata anche, in famiglia, T’ansia per la sua ansia eccessiva) e la nonna Gemma, che vive al piano di sopra, per telefono:
« Mamma, vedersi è troppo pericoloso », stava urlando T'ansia. « Per essere sicuri che nessuno di noi sia contagioso dobbiamo far passare almeno due settimane da quando ci hanno chiusi dentro.»[6]
Prima che il virus si fosse diffuso, il rapporto di Mattia con suo padre era problematico soprattutto dopo che i genitori, Tania e Andrea, hanno definitivamente deciso di separarsi – non hanno poututo farlo a causa della chiusura dei tribunali per l’imposizione del lockdown-. Quel periodo che ha preceduto la diffusione della pandemia l’ha trascorso Mattia in isolamento profondo per la perdita del padre di cui aveva tanto bisogno, e lui ha espresso questo varie volte. Mattia descrive il padre:
“Si chiamava Andrei, ma non era russo. Era un Andrea che la nonna aveva coniugato al condizionale per sottolineare il suo modo ipotetico di muoversi nel mondo. Indeciso a tutto, rappresentava quanto di più lontano potesse esserci dalla mia idea di supereroe. E io, di supereroi, ne avevo un bisogno disperato. Come regalo di compleanno mi aveva promesso la maschera di Spider-Man, ma al terzo piatto di penne lisce cominciai a sospettare che se ne fosse dimenticato: del regalo, del compleanno e, tanto per cambiare, di me.”[7]
Un recente studio suggerisce che il lockdown potrebbe aver significativamente rafforzato il legame tra molti genitori e i loro figli. Durante il periodo di restrizioni, molti genitori hanno finalmente avuto l'opportunità di passare più tempo con i propri figli, favorendo così una maggiore vicinanza emotiva. La ricerca, realizzata dall'Istituto di Ricerca Sociale ed Economica dell'Università dell’Essex, ha rivelato che quasi un quarto dei genitori ha dichiarato di aver notato un miglioramento significativo nel rapporto con i propri figli da quando il governo ha introdotto le politiche del lockdown.[8] Questo fenomeno si realizza nel romanzo C’era una volta adesso; dopo che la madre Tania e i figli avevano accettato ad ospitare Andrea per qualche giorno fino a quando la crisi finisse, si è presentata l’opportunità per Andrea di rimediare al passato e rafforzare i rapporti con suo figlio. Col tempo, Mattia si è reso conto che suo padre non era così cattivo da evitare. Il padre ha iniziato a partecipare ad alcune attività del piccolo Mattia, finchè non sia diventato molto vicino al figlio. Il seguente dialogo tra il padre e il figlio afferma questo miglioramento nei rapporti.
“«Ti piace disegnare? », mi chiese mio padre. «Ma non lo vedi? Sono una schiappa.»
«Io lo ero anche più di te.» Prese il foglio e tracciò un girotondo che dava il mal di testa, per quanto sembrava vero.
«Può andare? »
Feci segno di sì con la testa. Andrei con la matita era un drago. Mi aveva mentito, tanto per cambiare.
«Hai finito i compiti? » Feci di nuovo segno di sì, ma stavolta a mentire fui io.”[9]
Nonostante i difetti che vedesse la nonna Gemma in Andrea, la rabbia della nonna per la sua indecisione e la sua incapacità di prendere delle decisioni giuste, era lei saggia al punto da cercare di avvicinare il figlio al padre. Era saggia e consapevole della necessità di far mantenere buoni rapporti tra Andrea e suo figlio con lo scopo di aiutare il figlio a godere una vita psicologicamente sana. La nonna l’ha fatto attraverso i discorsi che raffiguravano il padre come buona persona negando i pensieri negativi che aveva Mattia verso il padre, prima del lockdown.
“«Sai come tuo papà conquistò la mamma? Invece di un discorso, le fece un quadro. Sul muro davanti alla scuola dove lei aveva appena cominciato a insegnare. Disegnò un'eroina dei fumetti, Catwoman.»
«La fidanzata di Batman?»
«Si, li ritrasse mentre volavano insieme, aggrappati l'una all'altro: Catwoman aveva la faccia di mamma e Batman quella di tuo papà, che sotto il disegno scrisse: Inseparabili.»” [10]
Istruzione e lavoro
Il lockdown ha costretto le autorità di quasi tutto il mondo a implementare misure che hanno avuto un impatto significativo sull’istruzione e sulle riunioni di lavoro. Le scuole e le università sono state chiuse, interrompendo le lezioni in presenza. Si è quindi passati alla didattica a distanza (DAD) attraverso piattaforme online. Molte istituzioni hanno organizzato esami e valutazioni in modalità online. Anche il mondo del lavoro ha subito cambiamenti notevoli: molte aziende hanno adottato lo smart working e il lavoro da remoto per limitare i contatti fisici. Inoltre, si è assistito a una diffusione massiccia di piattaforme digitali come Microsoft Teams, Google Meet e Zoom, utilizzate per ridurre le attività aziendali in presenza.
Alcuni erano favorevoli allo svolgimento delle attività di didattica e di lavoro online perché hanno visto che il lavoro da remoto risparmiava tempo e soldi e dava la possibiltà di lavorare e studiare a proprio agio, con meno stress. Altri, al contrario, erano contro il lavoro online perché hanno visto che esso poteva condurre all’isolamento sociale e creare certe difficltà nel separare il lavoro e la vita privata. Altro svantaggio, secondo il gruppo che era contro le attività online, è stato senza dubbio i problemi tecnici come connessioni lente e interruzione della corrente elettrica.
Nella parte seguente, tratta dal romanzo C’era una volta adesso, Mattia parla del nuovo sistema scolastico, condividendo la sua esperienza e mettendo in luce alcuni problemi significativi, come la mancanza di contatto visivo, che può rendere difficile la comunicazione interpersonale. Racconta anche di essere sotto una sorveglianza molto severa da parte di sua madre. Tuttavia, evidenzia uno dei vantaggi della scuola online: il risparmio di tempo ed energia.
“Cacciata dalla porta, a un certo punto la scuola rientrò dalla finestra del computer. Una mattina di quasi primavera, i miei cari compagni di classe apparvero tutti là dentro. Confinati nei loro riguadri, si scambiavano saluti impacciati. Era una scuola molto diversa da quella in cemento. Ci mettevo meno tempo per arrivarci, sempre che la connessione fosse buona, però diventava più difficile starmene per i fatti miei: da un lato non sapevo se la maestra mi stesse guardando e dall'altro sapevo fin troppo bene che lo stava facendo mia madre. Dopo essermi messo le cuffie e ricordato a grandi linee come funzionava il collegamento, T'ansia finse di andarsene in camera sua. Invece si piantò all'ingresso del tinello, non prima di avere intimato ad Andrei di trasferirsi in soggiorno per non disturbare.”[11]
In un’altra parte, Andrea riprende le sue attività di lavoro assistendo a una videoconferenza in modo esilarante, con giacca, cravatta e pantaloni del pigiama. Mattia racconta:
“Facemmo colazione insieme, e alle nove in punto mio padre accese il computer. Per darsi un tono, si era vestito come quando partecipava a una video-conferenza: in giacca e cravatta, ma sotto aveva i pantaloni del pigiama. Quell'abbigliamento era un po' la sua autobiografia.”[12]
Rapporti sociali in Wahm El-Koronā
Dopo che la pandemia ha colpito il mondo, la vita sociale degli arabi è stata gravemente influenzata, tanto che partecipare a eventi funebri è diventato una grande sfida e un compito pesante. Sappiamo che le relazioni sociali nei paesi arabi sono solide e che eventi come matrimoni o funerali non possono essere ignorati, poiché i giovani arabi crescono con la consapevolezza dell'importanza della partecipazione sociale ed emotiva nei momenti di gioia e dolore. Tuttavia, la pandemia del COVID-19 ha influenzato queste relazioni strette e la partecipazione a eventi pubblici. Questo è stato espresso da Ebeid Eissa nel suo romanzo Wahm El-Koronā attraverso il personaggio di Nasser, protagonista e narratore della storia, che è andato al funerale del padre di un amico all'inizio della pandemia e ha vissuto un'esperienza terribile, poiché non c'era nessun rispetto per le regole del distanziamento sociale, tanto che il suo amico l’ha abbracciato e l’ha baciato per ringraziarlo della sua presenza, comportamento che ha suscitato irritazione e paura in Nasser. Dieci giorni dopo, è morta la madre di un altro amico che Nasser considerava come un fratello, e in quel momento la pandemia era ancora più grave, il che ha fatto sì che Nasser esitasse ad andare a quella pesante cerimonia sociale, che sarebbe stato quasi impossibile da mancare in una società araba come quella irachena. Nasser narra:
"لسوء الحظ وجدتني في موقف ضعيف ما تمنيت أن أكون فيه أبدًا، فبعد عشرة أيام من يوم الرعب ذاك ماتت أم واحد من أخلص أصدقائي، هي بالنسبة لي كأمي، كانت دائمًا تقول لي عندي ستة أولاد وانت كبيرهم، هو البيت الوحيد بين بيوت كل أصدقائي الذي بدأت فيه في اكثر من مناسبة.
عموما لا أملك إلا أن أترحم عليها، فليس من المنطقي أن أحضر تشييعها، خصوصًا وقد قطعت على نفسي عهدًا أن لا أحضر مناسبة مماثلة طيلة مدة الإقامة الثقيلة لهذا الفايروس الفتاك بين ظهرانينا، أغلقت موبايلي لأتحاشى اتصال ابنها الكبير، الذي تربطني به صداقة أربعين سنة مفعمه بالود والمحبة، والتي سرت إلى نفوس أولادنا."[13]
Prima della diffusione della pandemia, alcuni padri si sono trovati in una solitudine sociale forzata a causa dell'ingratitudine da parte dei figli e dei nipoti. L’emergenza del COVID-19 ha moltiplicato questa sensazione di solitudine. Il personaggio di Khalil, amico del protagonista, rappresenta un esempio di tale stato di solitudine. Dopo essere stato lontano solo da suo figlio e sua nipote prima del lockdown, ora si è trovato lontano anche dai suoi amici, che frequentavano il suo salone di barbiere e che lo aiutavano a sopportare le difficoltà della vita. Nasser parla del suo aflitto amico dicendo:
"تجسدت في وجهه معالم الشيخوخة مع أننا في نفس السن، بيد أن حدثان الزمان والعوز وما تراكم على قلبه من حرمان وفاقة وعقوق ابنه ونكران حفيدته لجميله وفضله وغير ذلك كثير، أثر فيه تأثيرًا فاتكًا، كان ذلك قبل هجمة الكورونا، أما الآن فإن ما يراه عقلي من سوء مهيمن على حاله في هذه الصورة ضاعف من حجم الهدم وسرع وتيرته."[14]
È noto che i paesi arabi e islamici sono cooperativi e generosi, il che contribuisce a realizzare la solidarietà sociale. La religione islamica stabilisce che il ricco debba aiutare il povero, e di conseguenza si ottiene un equilibrio tra tutte le classi sociali. “La Sadaqa o Sadaqah è un atto volontario di carità motivato da generosità, amore, compassione o fede verso un altro essere vivente. Questi atti non sono necessariamente fisici o legati al denaro. Anche azioni semplici, come un sorriso, sono considerate atti di Sadaqa. Il Profeta Muhammad (Pace e benedizione su di Lui) ha enfatizzato l’importanza della Sadaqa in molti ahadith (detti): “La Sadaqa estingue il peccato come l’acqua estingue il fuoco.”[15] Nasser, influenzato dalla cultura del suo ambiente islamico, e i suoi compagni, che vivevano una vita finanziariamente stabile, hanno aiutato Khalil, che si trovava in difficoltà, per supportarlo a superare le sue difficoltà economiche dovute alla mancanza di clienti, poiché la maggior parte dei suoi clienti erano anziani, che morivano uno dopo l'altro. Nasser aggiunge riguardo a Khalil:
"كنا نحن زملاء دراسته العشرة، والذين لم يعد لخليل زبائن غيرنا خصوصًا بعد انقراض جيل أبيه، نحلق رؤوسنا عنده مرتين في الشهر، لذا اتفقنا في معزل عنه و منذ سنة 2005 على أن نرفع أجرة الحلاقة لكل منا إلى ثلاثين ألف دينار في كل مرة، وبذا يكون وارده الشهري ستمائة ألف دينار تكفي لدفع إيجار الدكان، وأجرة كهرباء المولدة الأهلية لكل من المحل والبيت، والباقي يكفي لتأمين عيش ملائم له ولزوجته، فوجيء بالمبلغ الذي دفعه أولنا ورفض استلامه ، ولكننا أقنعناه بشق الأنفس، فتنازله لا يخدش نبله أبدًا. كان ذلك كل مورده المالي الثابت."[16]
Una delle manifestazioni della generosità degli arabi nel romanzo Wahm El-Koronā è che Nasser, sua moglie e i suoi figli si sono affrettati a portare aiuti finanziari a Khalil, che consideravano come un membro della famiglia, poiché era un vecchio amico di Nasser, e la moglie di Nasser aveva anche assistito nel parto di sua figlia. Hassan Ebeid Eissa è riuscito a rappresentare questo fenomeno positivo, ricco di valori, cooperazione e fraternità, attraverso le parole di Khalil, il narratore del romanzo.
"وحالًا أخرجت ثلاثمائة ألف دينار وضعتها في ظرف بنية إرساله إليه، ولكن كيف يتسنى لي فعل ذلك وبيني وبينه امتداد مدينة طولها ست كيلومترات، ولا يسمح لوسائط نقل أن تتحرك خلالها؟ سوف لن أعدم وسيلة، سيكون ولداي عونًا لي في ذلك، فهما يتحركان بحرية بحكم طبيعة عملهما.
كان أول القادمين أحمد، ولأن الأمر لا يحتمل تأخيرًا، فإني وعلى الفور أخبرته برغبتب إرسال مبلغ من المال إلى صديق عمري المسكين الحلاق الساكن في محلة محرم عيشه، فطمأنني إلى أن المبلغ سيضيف إليه مبلغًا مثله سيكون عند عمو خليل مساء اليوم، وتبديدًا لدهشة اعترتني قال لي: - حفيدته أمل ممرضة عندنا في المستشفى، سأسلمها الطرد اليوم لتسلمه إلى جدها.
بقدر ما فرحت أن المبلغ وبمثله وعد أسعد الذي عاد ونحن نتناقش، أن يضيف إليه بقدر ما دفعت ودفع أحمد، فيما كان برُّ ليلى عاجلًا، إذ نهضت وجلبت مائة ألف دينار لإتمام المليون."[17]
In ogni società esistono persone buone e altre cattive. Come le società arabe sono piene di bene, allo stesso tempo hanno anche una minoranza corrotta che cerca con tutte le forze di corrompere la società applicando valori negativi come l'egoismo, l'odio, la corruzione e l'ingratitudine. Nel romanzo Wahm El-Koronā, il dottor Ahmed, figlio di Nasser, ha scoperto che Amal, che lavorava come infermiera, non aveva consegnato gli aiuti al nonno, quegli aiuti che sarebbero stati sufficienti a salvarlo dal virus mortale. Amal aveva portato solo il 5% dell'importo dovuto al nonno e alla nonna, dipingendo così un'immagine orribile di durezza e bruttezza. Ahmed ha chiesto alla nonna chiarimenti sulla morte di Khalil:
"سألها أن كان مبلغ مليون دولار أرسلها لهم قبل أسبوع قد وصل، فأخبرته أن ما وصلهم هو خمسون ألف بيد أمل التي أخبرتهم أن الأستاذ ناصر أرسل خمسًا وعشرين ألفًا، ومنها مثلها وجلبت معها كيسًا فيه حبتا برتقال وحبتا تفاح، وطلبت من جدها أن يسامحها عما بدر منها من صدًّ وجفاء وأنها ستتواصل معهم ولن تنقطع عنهم. [...] سلمتني كيسًا فيه كمامتين وأربع كفوف من النايلون طلبت مني أن ألبس كمامة وأضع أخرى علي وجه جدها، وعلمتني لبسها، وطلبت منا أن لا ننزعها، إلا عندما نأكل أو نشرب أو نتوضَأ، لأننا كبيران في السن وتخاف علينا من هذا المرض الجديد، فهو يصيب الكبار تحديدًا، أَلبَست أَبَا جبار الكمامة والكفوف واحتفظت بحصتي، لأنها تضايقني"[18]
Si è scoperto in seguito che Amal non solo aveva negato a suo nonno gli aiuti forniti dalla famiglia di Nasser, ma gli aveva anche sottratto una notevole quantità di sostegni. La sua crudeltà, già evidente, era aumentata con la diffusione del virus, al punto da sembrare essa stessa un virus.
"في تللك اللحظة لفت التجمع انتباه مسؤول الصيدلية الذي انضمَّ إِلَيهِم مستفسرًا عن الأمر، فلما علم من أحمد وأسعَدَ الذِي حضر التجمع الطارئ مصادفة، أن المتوفي هو عم خلِيل الحلاق، وأن سبب الوفاة قد يكون الجوع، التفت إلى أمل وهو يصيح بها ألَم أسلمك مائتي ألف دينارقبل أيام، إذ طلب والدي إرسالها إلى عمو خليل، فما معنى أن يقضِي جوعًا؟، إلا أنها لازمت الصمت ولم تنطق بشيء.
فَاجَأ متعهد طعام المرضى الجميع، بأنه قبل عشرة أيام وكانت عنده كمية وافرة من الأغذية، بحث عن مستحقي صدقات ليخصصها لهم، فأخبرته هذه الشابة كما وصفها بأن جدّها ممن انقطع رزقهم جراء الحجر ولا مورد له يقتات منه، فَأَرسَلَ معها حمل سيارة، وأنه سلمها سلتين غذائيتين خلال الأسبوع الماضي."[19]
Qui siamo davanti a due opere che trattano lo stesso tema quale i rapporti sociali nel periodo della pandemia ma ciascun’ opera offre un esempio del tutto diverso: Il romanzo Wahm El-Koronā esplora le dinamiche umane delle relazioni sociali, presentando modelli positivi per riflettere i valori morali nelle società arabe. Ebeid Eissa adotta un approccio imparziale: da un lato, mette in luce situazioni che evidenziano la cultura della cooperazione e della fratellanza nella società araba; dall'altro, offre un'immagine cupa e inquietante del comportamento umano, come si vede nei personaggi dell'infermiera Amal e di suo padre Gabbar. C'era una volta adesso, invece, si concentra su aspetti diversi, sottolineando l'importanza del lavoro e dell'educazione nella società europea. Affronta temi come l'introduzione del lavoro e della didattica a distanza, riflettendo un nuovo tipo di relazioni sociali che si sviluppano, questa volta, davanti agli schermi.
[1] https://www.repubblica.it/salute/2023/05/05/news/cronologia_pandemia_covid-398888693/ consultato il 27/2/2024
[2] Galelli, Drusilla, et al. Quando tutto è cambiato. Progetto editoriale a cura di Drusilla Galelli, Federica Assirelli, Mimma Zizzo, Valeria De Carlo e Veronica Zoccheddu, 2021, p. 21.
[3] https://www.la7.it/in-altre-parole consultato il 27/2/2024
[4] https://afiqa.net/authors/view/details?id=3480 consultato il 12/9/2024
[5] https://www.who.int/emergencies/diseases/novel-coronavirus-2019/advice-for-public consultato il 25/2/2024
[6] Gramellini, Massimo, C’era una volta adesso, Longanesi, Milano 2020, p.64.
[7] Ivi, p.19.
[8] https://www.theguardian.com/lifeandstyle/2020/jul/05/weird-but-true-lockdown-has-made-many-families-happier
[9] Gramellini, Massimo, C’era una volta adesso, Op. Cit., p.64.
[10] Ivi, p.154.
[11] Ivi, p.101.
[12] Ivi, p.171.
[13] حسن عبيد عيسي، وهم الكورونا، دار النخبة للطباعة والنشر والتوزيع، القاهرة، 2020، ص 21.
[14] المرجع السابق، ص 37.
[15] https://www.islamic-relief.it/chi-siamo/cosa-facciamo/sadaqa/ consultato il 5/12/2024.
[16] حسن عبيد عيسي، وهم الكورونا، مرجع سبق ذكره، ص 39.
[17] المرجع السابق، ص 40-41.
[18] المرجع السابق، ص 61-62.
[19] المرجع السابق، ص 64.